Opera Omnia Luigi Einaudi

Relazione del direttore della Società prof. Luigi Einaudi alla LXIII Consulta generale

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/01/1915

Relazione del direttore della Società prof. Luigi Einaudi alla LXIII Consulta generale

Società d’istruzione, di educazione, di m. s. e di beneficenza fra gl’insegnanti, Torino, Stab. tip. naz., 1915, pp. 27-49

 

 

 

Signori Delegati,

 

 

La 63esima Consulta della Società nostra, sorta in un momento in cui qui a Torino si preparava l’unificazione italiana, si raduna in un altro momento solenne: quello in cui l’Esercito italiano dell’Italia unita muove alla conquista dei suoi confini naturali.

 

 

Il nostro primo augurio è dunque quello che i nostri Presidenti provvisorio e definitivo espressero: si compiano le aspirazioni nazionali e le nuove generazioni, alla cui educazione morale, intellettuale e nazionale noi intendiamo, possano vivere sicure entro gli infrangibili confini che natura ci diede e che avverse vicende storiche ci avevano fin qui vietato. Il nostro primo saluto sia rivolto all’Esercito, che dal Capo supremo all’ultimo soldato dà così mirabili prove di costanza, di abnegazione e di valore.

 

 

Il Consiglio direttivo, obbedendo ad un pensiero che sapevamo unanime dei Soci, ha deliberato, appena la guerra scoppiava, di prelevare, come già si fece in occasione del terremoto calabro-siculo e della guerra di Libia, sussidi speciali dal fondo Scavia a favore di quei Soci e delle loro famiglie, che per causa di richiamo sotto le armi, di ferite o malattie contratte in guerra, si trovassero in strettezze.

 

 

Come di consueto, rivolgemmo invito alle Autorità di volere partecipare alle nostre adunanze, e, mentre il Sindaco e il Prefetto con cortesi lettere aderivano e facevano plauso all’opera nostra, il chiarissimo comm. prof. A. Lizier provveditore agli studi, direttamente interveniva ad onorare di sua presenza la nostra seduta inaugurale. Del quale onore noi gli rendiamo le più sentite grazie, lieti che il capo della istruzione elementare e media delle nostra Provincia abbia voluto così direttamente prendere contezza dell’opera nostra.

 

 

Normale si svolse la vita sociale per quanto riflette la sua amministrazione interna. Sotto la guida del nostro zelante Cassiere prof. Mossi, gli uffici corrisposero alle vostre e mie esigenze; con la cooperazione della signorina Franchi si diede opera all’aggiornamento del Bilancio Tecnico al 31 dicembre 1914 ed alla compilazione, per la prima volta, di un Bilancio sulla base di una contabilità a partita doppia, di cui si dirà in appresso. I membri tutti del Consiglio Direttivo ed in ispecie il Consigliere Delegato prof. Franchi, aiutati dal parere illuminato della Commissione di Sindacato, diedero opera apprezzatissima di consiglio e di presenza alle deliberazioni sociali ed alla loro esecuzione.

 

 

Come di consueto, domattina, alle ore 7.30, sarà celebrata una Messa a suffragio dei Soci nostri defunti dopo l’ultima Consulta. Pronuncerà l’orazione commemorativa il teologo Carena. Il Consiglio, per mezzo mio, vi prega ad intervenire alla pietosa cerimonia.

 

 

Dallo specchio allegato in calce al Resoconto dell’Esercizio Voi avrete potuto rilevare che il numero dei Soci, il quale era di 4574 all’1 gennaio 1914, diminuì di 102 morti, di 12 decaduti e di 1 dimissionario; e poiché crebbe solo di 55 nuovi iscritti, il numero dei Soci all’1 gennaio 1915 si residuava a 4514.

 

 

È inutile nasconderci il significato di questo decremento: la Società nostra traversa un periodo che, se non è di crisi, è di assestamento; e finché esso non sia definitivamente concluso, non è da far meraviglia che gli Insegnanti rimangano peritanti al momento di decidersi ad entrare a far parte del nostro Sodalizio.

 

 

Tanto maggiore è il dovere nostro di studiare e di prendere tutti i provvedimenti i quali valgano a raggiungere il desiderato assestamento delle nostre finanze, sicché divenga granitica la nostra solidità.

 

 

A tal uopo, il Consiglio direttivo e la Commissione di Sindacato posero mente innanzi tutto al buon impiego dei capitali sociali. Durante il 1914 fu acquistato un Buono del Tesoro quinquennale 4% al prezzo di 99 lire, il quale andò a sostituire altro identico, che fu alienato, con il lucro di 1000 lire sul prezzo di acquisto. In conseguenza di accordi già intervenuti nel 1913 fu concesso alla città di Mortara un mutuo di L. 70 mila all’interesse annuo a semestri anticipati del 4,75% ed un altro vi si aggiunse di L. 50 mila al 5 per cento. Al 4,75% a semestri anticipati era stato stipulato nel 1913 un mutuo di L. 50 mila col comune di Santo Stefano Belbo, di cui fu versato nel 1914 il saldo in L. 25 mila. La signora Borgialli ved. Giordano aveva con noi contratto nel 1909 un mutuo di L. 13 mila al 5 per cento. Scaduto questo mutuo, essa desiderò aumentarlo a 16 mila lire; e ciò fu consentito, quando si riconobbero sufficienti le offerte garanzie ipotecarie, ma si volle che l’interesse fosse cresciuto al 5,75 %, pagabile sempre a semestri anticipati.

 

 

Alla sottoscrizione al primo prestito nazionale del gennaio scorso la nostra Società partecipò per la somma di 100 mila lire nominali, al prezzo di L. 97 mila. Aggiungo che, pubblicato il manifesto del secondo prestito, la nostra Società credette doveroso ed opportuno partecipare anche ad esso con altrettanta somma. Voi avrete veduto che il Governo, con apposito comunicato a tutta la stampa italiana, ha segnalato il nostro deliberato ad incitamento ed esempio altrui; e dell’approvazione del Governo noi dobbiamo essere orgogliosi.

 

 

Pure nel 1914 fu deliberato di fare acquisto di 200 cartelle del Credito fondiario del Monte dei Paschi di Siena, antichissima istituzione la quale esercita il Credito fondiario a somiglianza delle Opere Pie di San Paolo di Torino. Le sue cartelle le quali costano 466,70 lire l’una danno un frutto di L. 25, che per noi è netto, essendo la nostra Società di mutuo Soccorso esente dall’imposta di ricchezza mobile; sicché il frutto netto riesce al 5,36% del prezzo pagato, a cui si deve aggiungere la probabilità di un premio di rimborso uguale alla differenza, in L. 33,30, tra il prezzo pagato di L. 466,70 ed il valore di rimborso di L. 500.

 

 

Anche parve conveniente l’acquisto di 500 obbligazioni della Società delle Ferrovie Meridionali, le quali sono garantite dalla sovvenzione annua che lo Stato paga alla detta Società; e presentano per noi il medesimo beneficio della esenzione dall’imposta di ricchezza mobile. Esse ci danno un frutto netto del 4,56% sul prezzo pagato, oltre alla probabilità di lucrare, all’estrazione, la differenza fra L. 319,34, prezzo di costo, e L. 500, prezzo di rimborso. Nel 1914 tal sorte favorevole avemmo già rispetto a 5 obbligazioni, sicché il nostro avere si residua a 495 di esse.

 

 

Per provvedere ai versamenti sul prestito nazionale ed agli altri impieghi sovra ricordati furono alienate le 100 mila lire di rendita 3,50% che rimanevano ancora invendute al portatore alla fine del 1913, e furono convertite ed alienate altre 500 mila lire della medesima rendita. Poiché le alienazioni, avvenute in parte prima ed in parte dopo lo scoppio della guerra europea, si poterono fare ancora a prezzi discreti, si ottenne un lucro, in confronto al prezzo di costo in L. 80,34, di L. 72.478,72, ossia di L. 12,08 in media per ogni 100 lire nominali. Fu l’ultimo guadagno che potemmo ottenere da tal fonte, oramai essiccata; e di esso facemmo nostro pro, come si vedrà in seguito, per provvedere alla deficienza del conto dell’Esercizio.

 

 

E vengo a dire dei conti dell’annata, che è stato negli anni decorsi, o sarà in questo e negli anni venturi l’argomento più importante delle nostre discussioni.

 

 

Ricorderete che nell’ordine del giorno con cui la Consulta del 1914 deliberava di sospendere a partire dall’1 gennaio 1915 il pagamento e la liquidazione della parte di pensione gravante sul Fondo Utili, Voi avevate altresì prefisso alla direzione un duplice compito:

 

 

  • compiere un definitivo accertamento della situazione patrimoniale della Società;

 

 

  • accertare gli impegni sociali in relazione alla mortalità più probabile dei nostri Soci.

 

 

Io ho cercato, coll’aiuto prezioso del nostro Cassiere, prof. Mossi e della signorina dott. Franchi, compilatrice del Bilancio Tecnico, di assolvere il compito assegnatomi, almeno per quella parte che la strettezza del tempo e la limitazione dei mezzi finanziari mi consentì; ed ho avuto cura di fare stampare e di porre sotto i vostri occhi, in distinte tabelle, i risultati delle nostre ricerche. Se Voi vorrete avere la cortesia di seguire coll’occhio le singole tabelle a mano a mano che io cercherò di riassumerne le risultanze, Voi vedrete in esse rispecchiata la situazione patrimoniale e d’esercizio della nostra Società. Forse ciò accade per la prima volta; perché solo ora fu possibile far coincidere la compilazione del Bilancio Tecnico da una parte e del Bilancio patrimoniale in partita doppia dall’altra parte, in guisa che dei due Bilanci si potesse contemporaneamente e compiutamente tener conto. Ed innanzi di procedere oltre, mi è grato comunicarvi che la nuova contabilità in partita doppia, che questa prima volta si accompagnò all’antica, diede risultati coincidenti fino al centesimo con essa; il che prova l’esattezza e lo scrupolo con cui la nostra amministrazione viene tenuta.

 

 

Procedendo dunque all’esame delle risultanze del Bilancio, Voi vedete che esso consta essenzialmente di due parti: Stato patrimoniale, con il confronto fra le attività e le passività al principio ed alla fine dell’anno e Conto delle entrate e spese dell’Esercizio 1914. Le due parti sono fra di loro collegate in modo strettissimo, poiché è evidente che il patrimonio netto dalla Società alla fine dell’anno non può aumentare in confronto a quello esistente al principio dell’anno, se di altrettanto le entrate dell’anno non superano le relative spese. Ed invero Voi vedete dallo Stato patrimoniale che il patrimonio netto della Società è aumentato da L. 84.459,36 a L. 101.013,66 ossia di L. 16.554,30; e se prendete il Conto delle entrate e spese dell’esercizio 1914, Voi vedrete in fine che esso si chiude appunto con un supero delle entrate sulle spese della stessa somma di L. 16.554,30. I due conti coincidono perché perfettamente, il che è la miglior prova della loro esattezza.

 

 

Detto ciò in via preliminare sul legame fra lo Stato patrimoniale ed il Conto delle entrate e spese dell’Esercizio, esaminiamo il primo. Esso naturalmente si distingue nella descrizione delle attività da un lato e delle passività dall’altro.

 

 

Nella tabella delle attività queste sono descritte categoria per categoria in due colonne, le quali fotografano la situazione all’1 gennaio (il che vuol dire al 31 dicembre del 1913) ed al 31 dicembre del 1914. In una doppia colonna intermedia sono descritte le variazioni in più per acquisti compiuti durante il 1914, ed in meno, per vendite effettuate durante l’Esercizio. La differenza fra la somma delle variazioni in più e la somma delle variazioni in meno è di 42.837,53, che corrisponde all’aumento avvenuto nell’annata nelle attività patrimoniali. Non tutta questa somma è un vero incremento netto patrimoniale, poiché, osservando la tabella delle passività, la quale è compilata nella medesima maniera, Voi potete osservare che anche le passività sono cresciute e precisamente di L. 26.283,23; sicché deducendo l’aumento delle passività dall’aumento delle attività, si ha, come dal riassunto, un aumento netto patrimoniale da L. 84.459,36 a L. 101.013,66, ossia di L. 16.554,30 come già fu osservato.

 

 

A questo punto sento qualcuno osservare sottovoce: come mai il patrimonio netto della Società ci è presentato in questo conto nella esigua somma di lire 101.013,66? Noi ci eravamo sempre immaginati che il patrimonio sociale si aggirasse sui 3 milioni ed anzi nella prima pagina dell’ultimo Bollettino sociale del primo semestre 1915 avevamo letto che il patrimonio sociale al 30 aprile 1915 era di L. 3.111.719,88. Come mai, d’un tratto, esso si riduce alla modesta cifra di poco più di 100 mila lire?

 

 

Amendue le cifre sono vere. Basta intenderci intorno al loro significato. È vero che la Società amministra un patrimonio di circa 3 milioni; ma trattasi non di un patrimonio suo, bensì dei Soci. La Società, come Ente Morale, possiede in proprio sostanzialmente solo ciò che rimane dopo avere messo da parte ciò che è invece di spettanza dei Soci. Questo è il fatto fondamentale che ho cercato di mettere in luce con la forma di Bilancio che vi ho presentato. Se guardate alla tabella delle passività, Voi vedete che, al 31 dicembre 1914, esse si componevano, oltreché di altre varie più piccole partite, essenzialmente di una grossa partita di L. 2.899.118,01. Questo è il debito che la Società ha incontrato verso i Soci a cagione dell’obbligo che essa ha verso di loro assunto di pagamento delle pensioni. È un debito vero e proprio, che deve trovare la sua corrispondenza nelle attività; perché se la Società non potesse pareggiare questo debito, essa non avrebbe attività sufficienti a far fronte al pagamento delle pensioni. Questa cifra di L. 2.899.118,01 è la risultante di quello che Voi conoscete sotto il nome di Bilancio Tecnico. Ma forse il significato del Bilancio Tecnico non era ben perspicuo finché esso rimaneva separato dal resto della contabilità sociale. Collocata invece dentro di esso, quella cifra ne diventa, per così dire, la spina dorsale. Essa rappresenta la principale delle nostre passività. Noi potremo ritenerci al sicuro, solo finché le attività supereranno o saranno eguali alle passività, compreso in queste il debito verso i Soci per la promessa di pagamento delle Pensioni. Per ora le cose sociali stanno bene. Abbiamo un supero delle attività sulle passività di L. 101.013,66; e di questa somma, che è il vero patrimonio netto della Società, Voi vedete al n. 4 dello Stato patrimoniale la ripartizione: L. 36.974,89 sono di spettanza dei Fondi di beneficenza, dei premi e Scavia, che sono veramente una proprietà del nostro Ente, il quale ne dispone in spese di beneficenza ed il resto, in L. 64.038,77, costituisce il vero Fondo di Riserva sociale.

 

 

Se potessimo fare a fidanza sulla permanenza di questo Fondo di Riserva di L. 64.038,77 noi potremmo vivere tranquilli sull’avvenire della nostra Società. Ma vivere tranquilli non possiamo.

 

 

Io vi prego a considerare attentamente il secondo conto delle entrate e delle spese dell’Esercizio 1914. Ivi sono elencate tutte le entrate e tutte le spese che si riferiscono all’Esercizio scorso. Tutto ciò che non spettava all’Esercizio, come riscossioni per quote arretrate od anticipate, pagamenti per pensioni arretrate, non fu compreso in questo conto. Gli incassi ed i pagamenti fuori esercizio andarono ad influenzare le cifre dei crediti e dei debiti del conto patrimoniale; cosicché il conto delle entrate e delle spese è una pura fotografia dell’andamento sociale del 1914.

 

 

Che cosa si legge in questo conto? Apparentemente una assai lieta notizia: che le entrate furono di L. 305.419,71 e le spese soltanto di L. 288.865,47, lasciando un supero di L. 16.554,30, che è appunto la oramai ripetuta cifra di cui crebbe il patrimonio sociale nel 1914.

 

 

Ma se Voi coll’occhio discendete un po’ più giù, allo specchio intitolato Dimostrazione della differenza fra le entrate e le spese, la vostra letizia si cambierà in pensosa meditazione. È vero che le entrate furono nel 1914 superiori alle spese, ma fra le entrate vi fu una grossa partita di L. 73.478,72, della quale in realtà non si deve tener conto nell’indagare quali siano le vere risultanze dell’esercizio sociale. Questa somma è l’utile di L. 12,08 per ogni 100 lire nominali che noi ottenemmo vendendo 600 mila lire di rendita 3,50 per cento. Oramai rendita da vendere, od almeno da vendere con utile, non ne abbiamo più; e quindi manne così rallegranti nel deserto del nostro Bilancio non ne vedremo più per lunghi anni a venire e mai più di somme a questa paragonabili.

 

 

Se noi facciamo, come si deve, astrazione da questa entrata straordinaria, nei vediamo che, rimanendo le spese ferme in L. 288.865,47, le entrate dell’anno si riducono a L. 231.041,05 con un disavanzo di L. 56.924,42. Questa è la conclusione essenziale: noi abbiamo chiuso l’Esercizio 1914 con un disavanzo, con una perdita, in un anno solo, di ben L. 56.924,42. Se noi non avessimo avuto la manna delle le 73 mila lire della vendita di rendita, il conto dell’Esercizio si sarebbe chiuso – diciamolo ben chiaro – con una perdita di L. 56.924,42. Grazie a quella sopravvenienza eccezionale, per quest’anno la perdita fu coperta e rimase ancora il già osservato supero di L. 16.554,30.

 

 

Ma poi? Le sopravvenienze straordinarie sono rare come le mosche bianche; né ne registreremo nel 1915 e negli anni prossimi. Come faremo nel 1915 e negli anni susseguenti a colmare il probabile disavanzo?

 

 

A questa domanda sinistramente suggestiva, io comincio col rispondere: che nella Vostra sapienza avete per quasi una metà già risoluto il problema, sospendendo il pagamento della parte di pensione gravante sul Fondo Utili. Se Voi guardate un po’ più davvicino il quadretto della dimostrazione della differenza fra le entrate e le spese, Voi vedrete che il disavanzo di L. 56.924,42 si decompone in due parti: l’una proveniente da cause che tuttora esistono e probabilmente esisteranno, ignoro in quali proporzioni, negli anni prossimi; ed è di L. 30.223,92, e l’altra proveniente da una causa transitoria, che esisteva ancora nel 1914, ma cessò a partire dall’1 gennaio 1915, ed è il pagamento delle pensioni sul Fondo Utili in L. 26.700,50. Col vostro saggio provvedimento dell’anno scorso, che fu accolto dai Soci nostri, tutto sommato, con qualche brontolio, ma con rassegnato riconoscimento della giustizia della cosa, Voi avete fatto sì che il disavanzo di esercizio, il quale fu di L. 56.924,42 nel 1914, debba ridursi, ferme rimanendo le cifre di base, a circa L. 30 mila.

 

 

Non è una bella cosa la prospettiva di un disavanzo di 30 mila lire all’anno, sebbene sia meno terribile di uno di quasi 57 mila lire. Se quel disavanzo di 30 mila lire all’anno continuerà, in due anni, 1915 e 1916, noi ci saremo consumato tutto il nostro Fondo di Riserva, che è, l’abbiamo veduto, di 64 mila lire circa.

 

 

Di qui la conclusione, che io vi presento in tutta la sua nettezza: è necessario che, come già coraggiosamente fece la Consulta del 1914 per una parte del disavanzo, la Consulta presente e quella dal 1916 cerchino ed applichino il rimedio per stabilire il pareggio del nostro Bilancio annuo. Per due anni ancora, 1915 e 1916, noi possiamo fronteggiare con la nostra riserva di 64 mila lire un disavanzo annuo di esercizio di 30 mila lire. Ma consumata la riserva, come potremo ancora andare innanzi? Anno per anno le nostre attività, rose dal cancro roditore di un disavanzo annuo di 30 mila lire, diminuirebbero e diventerebbero ben presto inferiori al necessario per coprire le passività, di cui principalissima è quella dell’obbligo del pagamento delle pensioni.

 

 

Abbiamo ancora dinanzi a noi due anni, anzi un anno e mezzo di mora ad avvisare ai rimedi: mora costosa, ottenuta a prezzo di consumare del tutto la riserva; ma infine, bene o male, mora utilizzabile per studiare ed attuare i provvedimenti necessari a ridurre a stabile assetto il Bilancio sociale.

 

 

Per trovare il rimedio occorre conoscere le cause del male. Anzi la causa; poiché ormai è chiarissima la causa principale.

 

 

Tra le partite delle Spese nel Conto delle entrate e delle spese ve n’è una, riportata sotto la lettera B: Aumento del debito verso i Soci per l’impegno assunto dalla Società verso di essi di pagamento delle pensioni.

 

 

Questa cifra è illuminante: tocca le L. 30.766,57 e risulta dalla differenza (veggasi il Conto patrimoniale sotto Passività) fra il nostro debito al principio dell’anno verso i Soci in L. 2.868.351,44 ed il debito alla fine dell’anno in L. 2.899.118,01. Il nostro debito verso i Soci continua dunque a crescere tutti gli anni; e, ciò che è sovratutto sintomatico, cresce mentre dovrebbe diminuire, perché il blocco di gran lunga più numeroso dei nostri Soci, anteriore al 1908, non può più aumentare e solo deve diminuire per la eliminazione dei Soci per morte, decadenza, ecc. Se il debito verso i Soci non fosse aumentato di L. 30.766,57 noi avremmo potuto chiudere il Bilancio senza disavanzo, od almeno senza disavanzo permanente.

 

 

E quale la causa dell’aumento del debito verso i Soci? Sono parecchie; ma a volere essere brevi e semplici, tutte si riassumono in una sola: i Soci vivono, fortunatamente per loro, più a luogo di quanto non avesse preveduto il signor Deparcieux quasi due secoli fa. Da questa maggior durata della vita dei Soci accade che essi rimangono in credito verso la Società di pensioni di anni venturi, anche quando, secondo le tabelle statutarie, dovrebbero essere già morti. La Società perciò, la quale ha fatto il calcolo di potere, colle quote ricevute dal Socio, pagargli una pensione per 20 anni, durata presunta ad esempio della sua vita, secondo Deparcieux, si trova, quando i 20 anni sono scaduti, a non aver più un centesimo disponibile di ciò che il Socio gli ha versato, coi suoi interessi composti e con i benefici della mortalità. Eppure, essendo il Socio ancora vivo, essa gli deve pagare ancora la promessa pensione. Di qui il disavanzo lamentato e persistente.

 

 

Se si fossero nel 1853 fatti meglio i calcoli, la Società avrebbe preveduto la mortalità decrescente, la vita più lunga od avrebbe promesso di pagare pensioni più modeste; sicché ora si troverebbe con i mezzi necessari allo scopo di pagare la pensione ai Soci viventi più a lungo senza cagionare un disavanzo al Bilancio.

 

 

Ma nel 1853 era difficile prevedere ciò che sta accadendo oggi: un’Italia più agiata, un’igiene più diffusa, una vita media più lunga. Ma quel che nel 1853 era forse impossibile prevedere, potrete constatarlo Voi e prendere in conseguenza gli opportuni provvedimenti.

 

 

Su altri fatti i quali si possono osservare leggendo lo Stato patrimoniale e il Conto delle entrate e delle spese dell’Esercizio 1914, non mi indugio, come neppure mi attardo sugli allegati ai conti stessi, i quali contengono pure interessanti notizie.

 

 

Ma su un punto non posso non richiamare ancora la Vostra attenzione; ed è il rapporto fra le entrate per quote pagate dai Soci e le spese d’amministrazione, incasso quote, imposte e tasse. Questo rapporto può essere calcolato in varie maniere ma, a pigliare la cosa secondo un criterio medio, esso si aggira intorno al 25 per cento. Il che vuol dire che su ogni 4 lire versate dai Soci, 1 lira è spesa in stipendi, Bollettino sociale, spese per i Delegati e la Consulta, ufficio, imposte e tasse, premi ai Soci proponenti e anticipanti, iscrizioni gratuite, ecc. La spesa non è elevata in via assoluta; essendo mia cura che non si facciano se non le spese assolutamente necessarie e la gestione sociale procedendo con la modestia che Voi ben conoscete. Ma è elevata in ragione relativa. Qui il rimedio dipende dalla nostra e dalla vostra diligenza. Ferme rimanendo le spese a 1 lira, se le entrate crescessero a 5 o 6 lire per ogni lira spesa, la proporzione diventerebbe subito tollerabilissima e per nulla preoccupante. Occorre perciò aumentare il numero dei Soci ed il numero delle quote per ogni Socio ed il numero dei Soci che chiedono aumenti immediati.

 

 

La propaganda per questo aumento nel supero dei Soci e delle quote nuove Voi la potete fare con tranquilla coscienza; poiché le pensioni ai Soci nuovi e per gli aumenti immediati sono calcolate con così sicura prudenza che la Società può fare sicuro assegnamento su di essi come su una sorgente di forza. Se qualche rimedio ai nostri mali si dovrà trovare, esso non potrà in altro consistere che in un rimaneggiamento delle basi attuariali (tassa di interessi e tabella di mortalità) da cui ai Soci nuovi certamente non deriverà alcun nocumento. Ed intanto l’avvento di Soci nuovi diminuirebbe il peso delle nostre spese di amministrazione e contribuirebbe a scemare il disavanzo d’esercizio, intorno a cui mi sono intrattenuto. Oso dir questo: che se tutti i nostri Soci continuassero a contribuire alle spese sociali, mentre una buona metà, essendo già pensionata, per nulla contribuisce ad esse, il problema del nostro disavanzo sarebbe per circa un terzo risoluto. Veggasi dunque come sia largo e fecondo il campo aperto alla operosità ed allo zelo di Voi, signori delegati, e dei Soci tutti. Nella età moderna vivono e durano soltanto le istituzioni che sono vive e che alla ragione della loro vita non, abdicano. Se la fondazione del Monte pensioni ha scemato alquanto la necessità del nostro Sodalizio per i Maestri elementari, non ne ha scemata la utilità, poiché essi vi possono trovare un mezzo per crescere i propri redditi nell’età matura, quando ancora non si vuole andare in pensione, ma è già cresciuta la fatica delle ore straordinarie e serali. E la necessità pei Maestri privati non iscritti al Monte, per gl’insegnanti d’ogni specie, i quali non godono di pensione a data certa, è cresciuta, oggi che sono cresciuti i bisogni della vita. Nelle loro file vi è larga messe di Soci da mietere.

 

 

  1. STATO PATRIMONIALE – a) Attività

 

 

 

Situazione iniziale all’1 gennaio 1914

Variazioni

in +

in –

1. Casa di via Lagrange, 29   400.000  

2. Titoli di Stato e  garantiti dallo Stato

1.127.911,86

485.040

3. Cartelle fondiarie ed obbligazioni ferroviarie

105.735,60

243.656,25

4. Azioni Banca d’Italia

73.514,50

5. Mutui a Comuni

526.916,78

119.873,01

6. Mutui a privati

745.000

48.000

7. Mobilio

2.500

500

8. Crediti per interessi

4.880,78

2.069,31

a)     Interessi Buono del  Tesoro

1.500

b)     Dividendo Azioni Banca d’Italia

2.400

c)     Interesse scaduto 1912 mutuo Villa San Secondo

443,05

d)     Interesse scaduto 1913 mutuo Vaglierano d’Asti

110,07

 

4.880,78

9. Crediti per quote arretrate

9.107,60

2.677,35

a)     Di Soci effettivi

9.062,60

b)     Di Socie assicurate

45

 

9.107,60

10. Cassa

9.382,38

212.240,23

 

578.446,84

535.609,31

Totale attività

3.004.949,50

+ 42.837,53

 

 

 

Situazione finale al 31 dicembre 1914

1. Casa di via Lagrange, 29

400.000

 
2. Titoli di Stato e  garantiti dallo Stato

642.871,86

 
3. Cartelle fondiarie ed obbligazioni ferroviarie

349.391,85

 
4. Azioni Banca d’Italia

75.514,50

 
5. Mutui a Comuni

646.789,79

 
6. Mutui a privati

697.000

 
7. Mobilio

2.000

 
8. Crediti per interessi

2.811,47

 
e)     Interessi Buono del  Tesoro

 
f)      Dividendo Azioni Banca d’Italia

2.400

 
g)     Interesse scaduto 1912 mutuo Villa San Secondo

411,47

 
h)     Interesse scaduto 1913 mutuo Vaglierano d’Asti

 
 

2.811,47

 
9. Crediti per quote arretrate

11.784,95

 
c)     Di Soci effettivi

11.734,95

 
d)     Di Socie assicurate

50

 
 

11.784,95

 
10. Cassa

221.622,61

 

 

 

Totale attività

3.047.787,03

 

 

 

  1. STATO PATRIMONIALE – b) Passività

 

 

 

Situazione iniziale all’1.1.1914

Variazioni

Situazione finale al 31.12.14

in +

in –

1. Debito verso Soci per l’impegno assunto dalla società verso di essi

a)     Minimum della pensione ai Soci effettivi:

  • Parte A: Soci anteriori al 1908

2.698.205,01

6.782,58

2.691.422,43

  • Parte B: Soci a partire dal 1908

38.573,52

17.038,19

55.611,71

b)     Pensioni alle Socie assicurate:

  • Parte A: Socie anteriori al 1908

40.958,98

5.916,87

46.875,85

  • Parte B: Socie a partire dal 1908

243,46

86,02

329,48

c)     Aumenti immediati:

  • Parte A: Con decorrenza anteriore al 1889

32,38

4,31

28,07

  • Parte B: Con decorrenza dal 1889 al 1902

8.172,92

1.884,98

6.287,94

  • Parte C: Con decorrenza dal 1902 al 1908

3.714,55

293,05

3.421,50

  • Parte D: Con decorrenza dal 1908 in poi

78.450,62

16.690,41

95.141,03

 

39.731,49

8.964,92

Totale debito verso i Soci come sopra

2.868.351,44

30.766,57

2.899.118,01

2. Debiti per tangenti di pensioni dovute a Soci morti

5.151,70

702,85

4.448,85

3. Debiti per pensioni arretrate non ancora riscosse dai Soci

10.626,35

2.421,15

8.205,20

4. Debiti verso Soci per quote di anni avvenire anticipate

34.892,47

1.493,27

33.399,20

5. Debiti per interessi anticipati su mutui

1.468,18

133,93

1.602,11

Totale passività

2.920.490,14

+ 26.283,23

2.946.773,37

 

 

I. STATO PATRIMONIALE – c) Riassunto

 

 

 

Situazione iniziale all’1 gennaio 1914

Variazioni

Attività

3.004.949,50

+ 42.837,53

Passività

2.920.490,14

+ 26.293,23

Patrimonio netto della società

16.554,30

 

84.459,36

16.554,30

 

 

RIPARTIZIONE DEL PATRIMONIO NETTO DELLA SOCIETÀ

 

 

1) Fondi con destinazione speciale:

35.081,54

+ 1.893,35

a)     Fondo di beneficenza

1.697,46

+ 790,15

b)     Fondo dei premi

17.745,35

+ 574

c)     Fondo Scavia

15.638,73

+ 529,20

 

35.081,54

1.893,35

2) Fondi varii di Riserva:

49.377,82

+14.660,95

a)     fondo per le riparazioni straord. alla casa

2.648,77

– 2.643,53

b)     cose di terzi

362,50

– 362,50

c)     fondo di riserva

46.366,55

+ 17.666,98

Comprendente i Fondi Statutari di Riserva ed Utili

49.377,82

+ 14.660,95

Totale patrimonio netto della società

84.459,36

16554,30

 

 

 

Situazione finale al 31 dicembre 1914

Attività

3.047.787,03

Passività

2,946,773,37

Patrimonio netto della società

101.013,66

 

 

 

RIPARTIZIONE DEL PATRIMONIO NETTO DELLA SOCIETÀ

 

 

1) Fondi con destinazione speciale:

36.974,89

a)     Fondo di beneficenza

2.487,61

b)     Fondo dei premi

18.319,35

c)     Fondo Scavia

16.167,93

 

36.974,89

2) Fondi varii di Riserva:

34.038,77

a)     fondo per le riparazioni straord. alla casa

5,24

b)     cose di terzi

c)     fondo di riserva

64.033,53

Comprendente i Fondi Statutari di Riserva ed Utili

64.038,77

Totale patrimonio netto della società

101.013,66

 

 

II. CONTO ENTRATE E SPESE DELL’ESERCIZIO 1914

 

 

ENTRATE

A. Provenienti dai Soci

89.854,65

1. Quote dovute dai Soci effettivi per il 1914

67.335

Storno per le quote di Soci morti, decaduti, dimissionati nell’anno

456,45

 

66.878,55

66.878,55

2. Quote dovute dalle Socie assicurate

665

3. Versamenti per aumenti immediati

19.520

4. Interessi per versamenti immediati fatti dopo il termine fissato nello Statuto

255,30

5. Quota di un Socio onorario

15

6. Diritto di iscrizione di nuovi Soci

634

7. Patenti e brevetti rinnovati

11

8. Brevetti di pensione ed aumenti

90

9. Multe per ritardo nel pagamento quote

842,50

10. Tangenti di pensioni dovute a Soci morti nel 1908 e prescritte nel 1914

702,85

11. Pensioni arretrate dovute a Socie assicurate e divenute insussistenti

240,45

 

89.854,65

B. Frutti di capitale

138.297,50

12. Reddito netto della casa

16.000

13. Frutti di Titoli di Stato e garantiti dallo Stato

38.093,20

 

A riportarsi

54.093,20

 

Riporto

54.093,20

Consolidato 3,50 a semestri

7.490

Consolidato 3,50 a trimestri

1.634,50

Consolidato 3% lordo

7.824

Consolidato 3,50 portatore alienata

14.794,85

Buoni del Tesoro

6.025,05

Obbligazioni Ferrovie Mediterranee

324,80

 

38.093,20

14. Cartelle fondiarie

3.735,64

Opera Pia S. Paolo

3.632,14

Monte Paschi Siena

103,50

 

3.735,64

15. Obbligazioni Società ferrovie Meridionali

3.330

16. Dividendo Azioni Banca d’Italia

2.400

17. Mutui a Comuni

32.164,44

18. Mutui a privati

36.950

19. Interessi pagati dal Comune di Mortara nel 1913 e spettanti al 1914

1.468,18

20. Interessi dovuti dal Comune di Villa S. Secondo per il 1914 e non ancora pagati

411,47

21. Depositi temporanei

4.744,57

Cassa di Risparmio

1.128,05

Opera Pia S. Paolo

122,77

Banca d’Italia

4,20

Credito Italiano

3.489,55

 

4.744,57

138.297,50

C. Frutti di capitali spettanti ai Fondi con speciale destinazione

1.193

22. Fondo Beneficenza Consolidato 3,50

644

23. Fondo premi – Consol. 3,50

49

Fondo Scavia – Consol. 3,50

350

Fondo Scavia – Depos. Cassa

Risparmio

150

 

1.198

D. Entrate eventuali varie

2.595,90

26. Sussidio Ministeriale

2.308,75

27. Provento Raccontini Storia Sacra

87,60

A Fondi sociali

58,40

A Fondo Scavia

29,20

 

87,60

28. Oblaz.ni al Fondo di Riserva

20

29. Vendita Statuti sociali

4,40

30. Oblaz. al Fondo di Benefic.

175,15

Offerte varie

141,25

Vendita carta vecchia

33,90

 

175,15

Totale delle entrate spettanti al 1914

231.941,05

Sopravvenienze attive straord.

73.478,72

1. Utile sulla alienazione di 600 mila lire nominali in capitale di consol. 3,50%

72.478,72

2. Utile sulla alienazione di Buono del Tesoro

1.000

 

73.478,72

Totale entrate

305.419,77

SPESE

A. Pensioni dovute ai Soci per l’anno 1914

206.807,15

1. Pensioni gravanti sul Fondo per il minimum dovute a Soci effettivi per il 1914

192.956,15

Pensioni esistenti all’1 gennaio 1914

201.540,50

Storno per pensioni estinte nell’anno

8.584,35

 

192.956,15

2. Pensioni dovute a Socie assicurate per il 1914

2.794,05

Pensioni esistenti all’1 gennaio 1914

2.907,75

Storno per pensioni estinte nell’anno

113,70

 

2.794,05

3. Pensioni per aumenti immediati

11.056,95

Pensioni esistenti all’1 gennaio 1914

11.526,70

Storno per pensioni estinte nell’anno

469,75

 

11.056,95

206.807,15

B. Aumento del debito verso i Soci per l’impegno assunto dalla Società verso di essi di pagamento delle pensioni

30.766,57

4. Debito verso i Soci alla fine  dell’anno come da alleg. B allo Stato patrimoniale

2.899.118,01

Id. id. al principio dell’anno

2.868.351,44

30.766,57

 

A riportarsi

237.573,72

 

Riporto

237.573,72

C. Pensioni pagate sul fondo Utili

26.700,50

5. Pensioni esistenti all’1 gennaio 1914

27.665,60

Storno per pensioni estinte nell’anno

965,10

 

26.700,50

D. Spese relative ad acquisto ed incasso quote

3.991,78

6. Credito per quote arretrate verso Soci effettivi riconosciute insussistenti per morti, decadenza, dimissioni

1.011,70

7. Sconto su quote anticipate

534,60

8. Aumento avvenuto nell’anno sul valore attuale del debito per quote anticipate

1.456,48

9. Condono di tasse per iscriz.ni gratuite

601

10. Premi Soci proponenti

238

11. Premi Soci anticipanti

150

 

3.991,78

E. Sussidi e premi ai Soci

1.275,70

12. Premio Bianchi

70

13. Sussidi a Soci non pensionati

771,70

14. Sussidi a Soci pensionati col Fondo Beneficenza

434

 

1.275,70

F. Spese di amministrazione imposte e tasse

15.738,41

15. Personale

7.200

16. Personale di ufficio

2.082,92

17. Spese per la Consulta

1.817,39

18. Bollettino Sociale

2.024,25

19. Casuali

1.356

20. Tassa manomorta

818,05

21. Imposta di ricchezza mobile

430,80

 

15.738,41

G. Ammortamenti e deperimenti

3.585,36

22. Deperimento mobilio d’ufficio

500

23. Storno dal Fondo “Cose di terzi” a spese straordinarie della casa

362,50

24. Storno dal Fondo per le spese straordinarie della casa

2.722,86

Fondo esistente al principio dell’anno

2.648,77

Interesse 3% per l’annata

79,33

Totale al 31 dicembre 1914

2.728,10

Rimanenza al 31 dicembre 1914

5,24

 

2.722,86

3.585,36

Totale spese

288.865,47

A pareggio: Differenza fra le entrate e le spese

16.554,30

Totale uguale alle entrate

305.419,77

 

 

Dimostrazione della differenza fra le entrate e le spese

 

 

  Sopravvenienze attive straordinarie da utili per alienazione titoli come contro

73.478,72

Conto entrate e spese spettanti al 1914

56.924,42

Spesa

288.865,47

Entrate

231.941,05

Disavanzo effettivo dell’Esercizio

56.924,42

 

Proveniente da cause tutt’ora esistenti

Proveniente da causa transitoria:

30.223,92

pagamento pensioni per Fondo

Utili sospeso dall’1 gennaio1915

26.700,50

 

56.724,42

Differenza fra le entrate e le spese come sopra

16.554,30

 

 

Allegato A allo STATO PATRIMONIALE

 

Particolari su alcune principali Attività

 

 

 

Valore nominale capitale del titolo

Rendita annua lorda

Rendita annua netta

2. Titoli di Stato e garantiti dallo Stato      
Consolidato 3,50% a semestri nominativo

n. 293834

500.000

17.500

« 344351

20.000

700

« 392268

10.000

350

« 619652

184.000

6.440

Id. id. a semestri

n. 013312

46.700

1.634,50

Consolidato 3% lordo nominativo

n. 046732

326.000

9.780

7.824

Consolidato 3,50% a semestre di spettanza del Fondo Premi, in 7 certificati nominativi

n. 84285 – 146304 – 141918 – 100649 – 282680 – 320359 – 410997

18.400

614

Consolidato 3,50% a semestri di spettanza del Fondo Scavia in un certificato nominativo

n. 336026

10.000

350

9.693

Consolidato 3,50% a semestri di spettanza del Fondo di beneficenza in due certificati nominativi

n. 355164 e n. 601679

1.400

49

Consolidato 3,50% in cartelle al portatore

100.000

3.500

Buoni del Tesoro quinquennali

100.000

4.000

Buono del Tesoro ordinario

100.000

4.000

Prestito Nazionale 4,50%

100.000

4.500

Obbligazioni Ferrovie Mediterranee

n. 28

14.000

420

324,80

 

3. Cartelle fondiarie ed Obbligazioni ferroviarie

Cartelle fondiarie dell’Opera Pia di S. Paolo:

n. 207

103.500

3.881,25

Cartelle fondiarie dell’Opera Pia di S. Paolo:

n. 192

96.000

3.600

Cartelle fondiarie del Monte dei Paschi di Siena:

n. 200

100.000

5.000

5.000

Obbligazioni Società Strade Ferrate Meridionali:

n. 495

247.500

7.425

7.217,10

 

4. Azioni Banca d’Italia

n. 50

30.000

2.400

2.400

 

 

Durata anni

Inizio

Termine

5. Mutui a Comuni

Agliano

30

1901-10

1930-40

Camerana

30

1895

1925

Monastero Bormida ….

30

1890

1920

   «                 «

30

1896

1926

Mortara

30

1888

1918

   «

30

1909

1939

   «

30

1910

1940

   «

30

1914

1944

   «

30

1914

1944

Piobesi.

40

1904

1944

Roddi

30

1890

1920

Santo Stefano Belbo

40

1902

1942

Santo Stefano Belbo

30

1913

1943

Serravalle d’Asti

25

1896

1921

Vaglierano d’Asti

20

1899

1919

Verna

30

1900

1930

Villa S. Secondo

30

1899

1929

 

 

6. Mutui a Privati

Luzi

5

1906-10

1912-16

Taverna

5

1913

1918

Marchini

5

1913

1918

Tartara

5

1913

1918

Borgialli

5

1914

1919

 

 

 

Valori di inventario

 

Prezzo di costo a cui i Titoli sono portati nell’ inventario

Situazione iniziale all’1 gennaio 1914

Variazioni

Situazione finale all’1 dicembre 1914

in +

in –

401.700

401.700

80,34

16.068

16.068

80,34

8.034

8.034

80,34

147.825,60

147.825,60

80,34

48.816,70

48.816,70

104,53

189.174,20

189.174.20

58,03

15.538,26

15.538,26

84,447

9.693

9.693

96,93

1.417,10

1.417,10

101,22

80.340

80.340

80,34

99.000

99.000

99.000

99.000

99

100.000

100.000

100

97.000

97.000

97

10.305

10.305

368,03

196.000

681.040

1.127.911,86

– 485.040

642.871,86

105.735,60

7.662

98.073,60

510,80

93.242,45

93.242,45

466,21

158.075,80

158.075,80

319,34

251.318,25

7.662

105.735,60

+ 243.656,25

349.391,85

73.514,50

73.514,50

1.470,29

35.318,03

1.215,16

34.102,87

5,25

23.720,48

1.447,57

22.272,91

5,50

9.084,91

1.082,23

8.002,68

6

9.647,19

510,90

9.136,29

6

17.455,86

4.035,41

13.420,45

5,25

66.517,55

1.383,74

65.133,81

4,75

61.242,62

1.191,91

60.050,71

4,75

70.000

4,75

1.833,58

118.166,42

50.000

5

49.978,98

706,32

49.272,66

5

3.437,31

1.025,47

2.411,84

5,50

159.083,05

2.526,41

156.556,64

5

25.000

25.000

4.915,20

45.084,80

4,75

2.591,39

230,23

2.361,16

5,50

2.097,25

446,89

1.650,36

5,25

53.303,15

1.974,52

51.328,63

5,50

8.439,01

601,45

7.837,56

5,25

145.000

25.126,99

526.916,78

+ 119.873,01

646.789,79

350.000

50.000

300.000

5

20.000

20.000

5

12.000

1.000

11.000

5

350.000

350.000

5

13.000

3.000

16.000

5.75

3.000

51.000

745.000

– 48.000

697.000

 

 

Reddito netto unitario

Reddito netto sul prezzo di costo

Prezzo di Borsa al 31 dicembre 1914

Reddito netto sul prezzo di borsa

Differenza fra prezzo di Borsa e di acquisto

Unitario

Totale

+

3,50

4,356

86,91

3,50

4,356

»

17.382

4,027

1.314

3,50

4,356

»

8.691

»

657

3,50

4,356

»

159.914,40

»

12.088,80

3

3,348

»

40.586,97

»

8.229,37

3

4,136

60

195.600

4

6,425,80

3,50

4,144

86,91

15.991,44

4,027

453,18

3,50

3,61

»

8.691

4,027

1.002

3,50

3,457

»

1.216,74

4,027

200,36

4

4,04

96,62

96.620

4,139

2.380

4,50

4,64

97.000

3

3,182

288,94

8.090,32

4,01

2.214,68

20.938,78

14.026,77

649.783,87

 

+ 6.912,01

18,75

3,67

25

5,362

14,58

48

4,565

3,26

 

 

Allegato B allo STATO PATRIMONIALE

Particolari intorno al n. 1 delle Passività – Debito verso i Soci

per l’impegno assunto dalla Società verso di essi di pagamento

delle pensioni

 

 

 

Riserva matematica necessaria per fronteggiare il debito delle pensioni secondo il Bilancio tecnico

al 31 dicembre 1913

I. Per il minimum della pensione ai Soci effettivi

 

     
A. Soci anteriori al 1908(interesse base: 5%)

2.698.205,01

Soci pensionati

1.641.674,05

Soci da pensionare

1.056.530,96

valore attuale pens. differite

1.256.768,45

a dedurre: valore attualequote da dedurre

209.237,49

 

1.056.530,96

2.698.205,01

 
B. Soci a partire dal 1908 (interesse base: 3%)

38.573,52

Soci vecchi pensionati per quote aggiunte liquidate

5.879,32

Soci vecchi per quote aggiunte da liquidare

15.818,90

valore attualepens. differite

34.483,90

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

18.665

 

15.818,90

 
Soci nuovi da pensionare

16.875,30

 
valore attuale

 
pens. differite

108.577,24

 
a dedurre: valore attuale

 
quote da pagare

91.701,94

 
 

16.875,30

38.573,52

 
II. Per le pensioni alleSocie assicurate:      
A. Socie anteriori al 1908      
(interesse base: 5%)

40.958,98

Socie pensionate

24.337,49

Socie da pensionare

16.621,49

valore attualepens. differite

19.345,76

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

2.724,27

 
 

16.621,49

40.958,98

 
B. Socie a partire dal 1908      
(interesse base: 3%)

243,46

Socie da pensionare:
valore attuale

pens. differite

1.161,39

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

917,93

 

243,46

III. Per gli aumentiimmediati:

A. Con decorrenza anteriore al 1889 (interesse base: 5%)

32,38

90.370,47

B. Con decorrenza dal 1889 al 1902 (interesse base: 4,50 per cento)

8.172,92

C. Con decorrenza dal 1902 al 1908 (interesse base: 4%)

3.714,55

D. Con decorrenza dal 1908 in poi (interesse base: 3%)

78.450,62

 

90.370,47

Totale

2.868.351,44

 

 

 

Riserva matematica necessaria per fronteggiare il debito delle pensioni secondo il Bilancio tecnico

al 31 dicembre 1914

I. Per il minimum della pensione ai Soci effettivi

 

     
A. Soci anteriori al 1908(interesse base: 5%)

2.691.422,42

Soci pensionati

1.648.293,63

Soci da pensionare

1.043.128,79

valore attuale pens. differite

1.230.702,30

a dedurre: valore attualequote da dedurre

187.573,51

 

1.043.128,79

B. Soci a partire dal 1908 (interesse base: 3%)

55.611,70

Soci vecchi pensionati per quote aggiunte liquidate

7.404,50

Soci vecchi per quote aggiunte da liquidare

20.766,44

valore attualepens. differite

41.499,26

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

20.732,82

 

20.766,44

Soci nuovi da pensionare

27.440,76

valore attuale

pens. differite

139.193,02

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

111.752,26

 

27.440,76

55.611,70

 

II. Per le pensioni alleSocie assicurate:

 

A. Socie anteriori al 1908

(interesse base: 5%)

46.875,87

Socie pensionate

25.221,49

Socie da pensionare

21.654,38

valore attualepens. differite

23.943,17

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

2.288,79

 

21.654,38

46.875,87

 

B. Socie a partire dal 1908

(interesse base: 3%)

329,48

Socie da pensionare:
valore attuale

pens. differite

1.209,33

a dedurre: valore attuale

quote da pagare

879,85

 

329,48

 

III. Per gli aumentiimmediati:

104.878.54

A. Con decorrenza anteriore al 1889 (interesse base: 5%)

28.07

B. Con decorrenza dal 1889 al 1902 (interesse base: 4,50 per cento)

6.287,94

C. Con decorrenza dal 1902 al 1908 (interesse base: 4%)

3.421,50

D. Con decorrenza dal 1908 in poi (interesse base: 3%)

95.141,03

 

104.878,54

Totale

2.899.118,01

 

 

Allegato C allo STATO PATRIMONIALE

Confronto fra il debito effettivo verso i Soci per le pensioni (Riserva matematica necessaria) ed i Fondi accumulati secondo lo Statuto per fronteggiare il debito stesso

 

 

al 31 dicembre 1913

Debito verso i soci (riserva matematica necessaria)

Fondo accumulato secondo lo statuto ed esistenti

Deficienza o sovrappiù

I. Per il minimum della pensione.

A) Soci anteriori al 1908: 5%

2.638.205,01

2.381.137,53

– 317.067,48

B) Soci a partire dal 1908: 3%

38.573,52

44.189,36

+ 5.615,84

II. Per le pensioni alle Socie assicurate

A) Soci anteriori al 1908: 5%

40.958,98

38.662,99

– 2.295,99

B) Soci a partire dal 1908: 3%

243,46

293,44

+ 49,98

III. Per gli aumenti immediati

A) anteriori al 1889: 5%

32,38

-32,38

B) dal 1889 al 1902: 4,50%

8.172,92

10.583,56

+2.410,64

C) dal 1902 al 1908: 4%

3.714,55

6.913,47

+3.198,92

D) dal 1908 in poi: 3%

78.450,62

78.260,75

-189,87

2.868.351,44

2.560.041,10

– 308.310,34

 

al 31 dicembre 1914

 

Peggioramenti (aumenti nelle deficienze e diminuzione nel sovrappiù)

Miglioramenti (aumenti nel sovrappiù)

Debito verso i soci (riserva matematica necessaria)

Fondo accumulato secondo lo Statuto ed esistenti

Deficienza o sovrappiù

2.691.422,43

2.342.471,12

– 348.951,31

31.883,83

55.611,71

60.370,37

+ 4.758,66

857,18

46.875,85

38.344,84

– 8.531,01

6.235,02

329,48

384,65

+ 55,17

 

5,19

28,07

-28,07

4,31

6.287,64

8.793,73

+2.505,79

95,15

3.421,50

6.313,19

+2.891,69

307,23

95.141,03

92.117,14

– 3.023,89

2.834,02

2.899.118,01

2.548.795,04

– 305.322,97

– 42.117,28

104,65

 

 

Allegato D allo STATO PATRIMONIALE

Confronto fra il patrimonio netto della Società secondo il bilancio delle Attività e Passività effettive ed il patrimonio stesso secondo i calcoli statutari

 

 

 

al 31 dicembre 1913

 

Secondo i calcoli statutari 1

Secondo il bilancio delle Attività e Passività effettive 2

Attività

3.004.949,50

3.004.949,50

Passività

2.612.179,80

2.920.490,14

Diverse

52.138,70

52.138,70

Debito verso i soci

2.560.041,10

2.868.351,44

 

2.612.179,80

 

2.920.490,14

Patrimonio netto della socirtà

392.769,70

 

84.459,36

 

Ripartizione del Patrimonio netto della Società

1. Fondi con destinaz. speciale

35.081,54

35.081,54

a) Fondo di benefic.

1.697,46

1.697,46

b) Fondo dei Premi

17.745,35

17.745,35

c) Fondo Scavia

15.638,73

15.638,73

 

35.081,54

 

35.081,54

2. Fondi varii di Riserva

357.688,16

49.377,82
a) Fondo di riparaz.ni straordinarie alla casa

2.648,77

2.648,77

 
b) Cose di terzi

362,50

362,50

 
c) Fondo di Riserva (Utili e di Riserva)

354.676,89

49.377,82

 
 

357.688,16

49.377,82

 
Patrimonio netto della Società  

392.769,70

 

84.459,36

 

 

 

 

 

al 31 dicembre 1914

Differenze 3 = (2 – 1)

Secondo i calcoli statutari 1

Secondo il bilancio delle Attività e Passività effettive 2

 

 

 

3.047.787,03

3.047.787,03

 

308.310,34

2.596.650,40

2.946.773,37

 

 

47.655,36

 

47.655,36

 

                             +308.310,34

 

2.548.995,04

 

2.899.118,01

 

+308.310,34

 

2.596.650,40

 

2.946.773,37

 

 

-308.310,34

 

451.136,63

 

101.013,66

 

 

 

 

Ripartizione del Patrimonio netto della Società

 

 

 

 

36.974,89

 

36.974,89

 

 

2.487,61

 

2.487,61

 

 

 

18.319,35

 

18.319,35

 

 

 

16.167,93

 

16.167,93

 

 

 

36.974,89

 

36.974,89

 

 

-308.310,3

 

414.161,74

 

64.038,77

 

 

5,24

 

5,24

 

-308.310,34

 

414.156,50

 

64.033,53

 

-308.310,34

 

414.161,74

 

64.038,77

 

 

-308.310,34

 

451.136,6

 

101,013,66

 

 

 

 

Differenze  3 = (2 – 1)

 

 

+350.122,97

+350.122,97

+350.122,97

-350.122,97

 

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