Le difficoltà del Ministero e dell’opposizione
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 16/04/1901
Le difficoltà del Ministero e dell’opposizione
«La Stampa», 16 aprile 1901
Le feste di Tolone ed altri avvenimenti internazionali che, a quanto si assicura, si preparano a breve scadenza, hanno fatto dimenticare per un momento la situazione del Ministero di fronte al Parlamento e al Paese. E poi, in generale, a Camera chiusa non si pensa molto a quanto avviene a Camera aperta: i deputati, almeno la grandissima parte di essi, ritornano alle loro famiglie e ai loro affari; l’eco delle lotte parlamentari si illanguidisce a poco a poco negli animi loro, e bastano quindici giorni a ricondurre la pace o l’indifferenza là dove forte vibravano la passione e la lotta.
E se le difficoltà parlamentari non consistessero più nelle cose che nelle intenzioni, buone o cattive, degli uomini, si potrebbe scommettere uno contro cento che, passate le vacanze pasquali, le Camere si riaprirebbero con una bonaccia ammirevole, e il Ministero potrebbe con sicurezza guardare ad altre vacanze più lunghe o più auspicate, le vacanze estive. Ma le difficoltà consistono nelle cose, e non si può, non si deve sperare con fondamento, che alla riapertura della Camera la situazione parlamentare sia in qualche modo migliorata.
Non ricordo che si sia avuto, tranne che sotto il Ministero Pelloux, una condizione di cose più anormale, della quale, a dire il vero, tutti e nessuno sono i responsabili. Il Ministero, e lo sanno gli stessi consiglieri della Corona, non ha grande seguito alla Camera: se si dovesse giudicare la sua forza dalle votazioni segrete avvenute sinora, si potrebbe con ragione affermare che è in minoranza di qualche voto; ma anche ammettendo che in una votazione palese il Ministero possa ottenere una decina di voti di maggioranza,sta sempre il fatto che questa maggioranza è composta di cento voti di deputati dell’Estrema Sinistra, i quali possono sempre mancare al Ministero da un momento all’altro, sulla questione più insignificante. E, non mancando, costituiscono per altra parte un pericolo, perché è certo che l’Estrema Sinistra non accorda inutilmente il suo appoggio ad un Ministero, e tutti ricordiamo che l’abbraccio fra Rudinì e Cavallotti, finì tristemente nei fatti di Milano del 1898 e nella rivolta in una grande parte d’Italia.
Oggi gli amori hanno ben altro oggetto che non il povero Cavallotti; gli alleati si chiamano Ferri, Costa, Turati, ecc., ecc;, mi si assicura , e la cosa ha tutta l’apparenza della verità, che un prefetto del regno abbia sollecitato uno dei deputati più rivoluzionari dell’Estrema Sinistra, più anarchico che socialista, di recarsi a votare pel Ministero; invito accolto favorevolmente dall’onorevole socialista. Questo significa che in un’altra occasione quel buon prefetto dovrà chiudere un occhio o magari due, e, in generale, vuole dire che l’attuale Gabinetto non può combattere o vigilare l’opera di coloro ai quali deve la sua esistenza. Tutti questi mali sarebbero ben piccini se di fronte ad un Ministero in minoranza, o quasi, vi fosse un’opposizione numericamente forte ed omogenea, alla quale si presentasse facile assumere la successione dell’attuale Ministero.
Ma se si considerano oggettivamente anche le condizioni dell’opposizione parlamentare, non sono tali che affidino completamente ed assicurino un Governo che possa funzionare con calma e con vigoria. L’opposizione ha sul Ministero il grande vantaggio di essere omogenea; i deputati che fanno capo all’on. Sonnino, tralasciando tenui differenze politiche, hanno un solo programma, come hanno un solo capo; se l’Opposizione fosse chiamata al Governo potrebbe in ventiquattr’ore formare un Ministero omogeneo, e non vado errato dal vero affermando che oggi si può dire con sicurezza quale sarebbe il futuro Ministero, almeno nelle sue linee principali: Sonnino, presidente del Consiglio e ministro dell’interno, Lacava ai lavori pubblici, Fortis all’agricoltura, Boselli alle finanze o al tesoro, Salandra alle poste e telegrafi o a qualche altro Dicastero, Visconti-Venosta agli esteri, conservati gli attuali ministri della guerra e della marina, Baccelli all’istruzione. Ma alla facilità colla quale l’Opposizione formerebbe il Ministero, non corrisponde la possibilità di una vita tranquilla, che potesse dare ad essa affidamento di un lavoro fecondo.
Ammettiamo pure che l’Opposizione abbia, come ha dimostrato di avere finora, dieci voti di maggioranza compatta. Ma bastano questi dieci voti per vivere? Basterebbero in altre condizioni, ma non bastano nelle attuali; un Ministero con dieci voti di maggioranza, sia pure omogenea, non può vivere, non può governare quando ha una parte della Camera così violentemente contraria, come avrebbe un Ministero Sonnino l’Estrema Sinistra, alla quale, apertamente o larvatamente si unirebbe una parte della Sinistra. La minaccia scagliata dall’onorevole Galimberti alla Camera dei deputati nella solenne seduta in cui fu rovesciato il Ministero Saracco, che se l’on. Sonnino venisse al potere, Estrema Sinistra e Sinistra si leverebbero contro come un solo uomo, corrisponde ad una dolorosa condizione di fatto. Anche chi non è un bigotto delle istituzioni parlamentari deve deplorare vivamente la faziosità colla quale una parte della Camera tenterebbe di sopraffare la Maggioranza; l’Estrema Sinistra o parte della Sinistra verrebbero coll’opera loro a dare un altro colpo di piccone alle istituzioni parlamentari, dimostrando nel fatto che, non alle maggioranze spetta il Governo, ma ai pochi audaci e pronti a tutto.
Il Paese guarderebbe con nuova tristezza allo spettacolo nuovo, perché, se si comprende un ostruzionismo diretto a salvare lo Statuto dalla violenza di un Ministero, non si comprende un ostruzionismo, o una lotta con metodi antiparlamentari soltanto diretta contro un uomo. Ma intanto, sia pure male, il fatto esiste: e di esso deve pure tenere conto chi esamina la situazione.
Qualche uomo politico è d’avviso che l’Estrema Sinistra e la Sinistra non vorrebbero iniziare una campagna violenta contro un Ministro Sonnino, quando questi non presentasse, come certo non ha in animo di presentare, progetti di legge contrari allo Statuto. Ma io credo che questo giudizio sia dovuto a soverchio ottimismo, e che sarebbe imprudenza fare soverchio assegnamento su un contegno corretto dell’Estrema Sinistra.
Per cui, riassumendo, abbiamo un Ministero o in minoranza, o in leggera maggioranza, dovuta per metà a deputati di partiti anticostituzionali; un’Opposizione omogenea, ma numericamente poco forte, che può raccogliere una maggioranza di dieci o quindici voti, colla minaccia dello scatenamento di passioni fortunatamente e provvidamente assopite dall’avvento dell’on. Saracco al potere.
Aggiungete ancora gli imperiosi bisogni dell’ora presente, le difficoltà estere ed interne, i problemi economici urgentissimi che richiedono un Governo, e i lettori possono comprendere quanto sia anormale la condizione parlamentare attuale. Il rimedio facile e pronto contro tutti questi mali ci sarebbe: un leale e duraturo accordo fra i migliori uomini parlamentari. Ma l’applicazione di questo rimedio è resa impossibile dalle rivalità personali, dagli odii e dai rancori presenti e passati, dalle ambizioni volgari di portafoglio. Il povero Paese intanto lavora, suda o spera. Purché la speranza non sia sempre delusa!