Il rettifilo Binasco-Lainate farà diventare Milano il centro dell’Europa centrale
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 27/07/1939
Il rettifilo Binasco-Lainate farà diventare Milano il centro dell’Europa centrale
«Panorama», 27 luglio 1939, pp. 217-218
In una recente adunanza del Consiglio di amministrazione dell’Azienda autonoma della strada, presieduta dal ministro dei lavori pubblici, è stata deliberata la concessione del sussidio del quarto nelle spese di costruzione del rettifilo Binasco-Lainate.
La notizia, nuda e cruda, non fa una grande impressione. Chi guardi le due cartine eseguite su quelle tracciate dall’avv. Nicolò Bonelli, podestà di Rho, non può non avere l’impressione che si tratta invece di una cosa assai grossa ottenuta con mezzi minimi. Un economista incapace di scordare la legge detta del minimo mezzo è costretto a commuoversi.
Minimo il costo. Da Binasco a Lainate corrono 27,5 km in rettifilo (linea grossa della cartina). Il costo, se si costruisce subito, non può superare i 12 milioni di lire. Il ritardo fa correre il rischio dell’onere crescente per l’espropriazione di case e stabilimenti i quali vanno di mese in mese sorgendo nella zona ricca di strade e di avvenire.
Massimo il risultato. Guardiamo dapprima la zona intorno a Milano. Nove strade; l’autostrada da Como, la strada varesina, l’autostrada dei laghi, la strada del Sempione, l’autostrada da Torino, la strada vercellese, la strada baggina, quella di Mortara e finalmente la strada dei Giovi; convergono ad occidente di Milano, come le dita di una mano, verso la grande metropoli lombarda, convogliando un numero enorme e crescente di vetture e di carri, a trazione ordinaria od automobilistica, di persone e di merci, che forzatamente debbono giungere sino alle linee di circonvallazione od anche al centro di Milano per arrivare, forse ritornando indietro, a destinazione.
Gran parte di quel traffico è di transito ed ingombrante per sé stesso e per la città.
Il rettifilo Binasco-Lainate è una specie di uovo di Colombo, esclama il podestà di Rho. L’avevo conosciuto tant’anni addietro, in veste di allievo di Pantaleoni, scrittore di teoria pura economica e traduttore di Menger. Ma vedo ricomparire dinanzi il progettista entusiasta, nell’interesse pubblico, di pochi chilometri di strada. Non traccia più diagrammi astratti, come in certe prime note sulla teoria dei calmieri del 1922; ma disegna cartine geografiche. Prevedo che queste interesseranno di più il grande pubblico della gente che lavora e apprezza tutto ciò che scema la fatica del lavoro. Quel rettifilo da Binasco a Lainate, il quale taglia, a breve distanza da Milano, tutte quelle dita protese verso il centro della città, è davvero una ideale linea di arroccamento. Risparmia tempo, benzina, gomme, olii, deperimento; libera Milano da un traffico inutile di transito, ingombrante per gli altri traffici e pericoloso per le vite umane, attiva verso occidente, per la agevolezza dei trasporti, i nuovi stabilimenti industriali ed avvantaggia il territorio della città, che ne è anch’esso tagliato. Bonelli ha studiato persino i venti e li ha riscontrati favorevoli alla sua impresa. Il vento soffia a Milano da sud-est verso nord-ovest. Il fumo, che esce dai camini, viene proiettato verso occidente. Quindi, nella città, scientificamente organizzata, la zona industriale deve tendere verso Baggio dove sarà tagliata dal rettifilo.
Ma il sogno di Bonelli è più vasto e grandioso. Il rettifilo non risolve solo il problema del transito attraverso Milano dalla parte di occidente. Fa diventare Milano il centro dell’Europa centrale e convoglia il traffico della Svizzera, della Germania occidentale e dei territori di confine fra la Germania, la Francia ed il Belgio, verso Genova.
Per ora, la seconda cartina ridisegnata su quella di Bonelli, con le strade del Rodano, del Reno, di Stoccarda e di Basilea le quali puntano verso il San Gottardo, e di lì corrono al gran porto ligure, è un sogno. Ma i sogni di oggi sono la realtà del domani. Chi può prevedere le teorie di potenti autoveicoli, oggi allontanati dalle strozzature delle strade, i quali potranno nell’avvenire avviarsi sulla grande strada ampia, diritta, comoda, la quale va al mare? Questa strada esiste, dice Bonelli. Lo Stato l’ha fatta sua. A compierla basta il concorso degli enti interessati. Piccolo sacrificio, di fronte alla grandezza del risultato!