Il debito pubblico al 31 gennaio 1924
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 04/02/1924
Il debito pubblico al 31 gennaio 1924
«Corriere della Sera», 4 marzo 1924
Cronache economiche e politiche di un trentennio (1893-1925), vol.VII, Einaudi, Torino, 1963, pp. 622-624
Le situazioni del debito pubblico cominciano ad essere interessanti sovratutto per le variazioni nella composizione del debito, più che per quelle nel suo ammontare assoluto.
Ecco la situazione al 31 gennaio 1924 (in milioni di lire):
Al 30 giugno 1923
| Al 31 gennaio 1924 | Differenza in + o – | |
Debiti interni
| |||
Debiti prebellici
| 13.291 | 12.510 | – 781 |
Prestiti nazionali
| 36.021 | 36.024 | + 3 |
Obbligazioni 3,50% «Venezie»
| 5 | 206 | + 201 |
Buoni del tesoro: novennali
| 1.528 | 3.922 | + 2.394 |
settennali
| 4.000 | 4.000 | — |
triennali e quinquennali
| 5.213 | 4.497 | – 716 |
ordinari (da 3 a 12 mesi)
| 24.943 | 23.759 | – 1.184
|
Conto corrente con la Cassa depositi e prestiti
| 351 | 556 | + 205 |
Totale |
85.352 |
85.474 |
– 122 |
Al 30 giugno 1923
| Al 31 gennaio 1924 | Differenza in + o – | |
Debiti di circolazione
| |||
Biglietti di stato da lire 5, 10 e 25
| 2.428 | 2.428 | — |
Circolazione bancaria per conto dello stato
| 7.764 | 7.749 | – 15
|
Totale |
10.192 |
10.177 |
– 15 |
Al 30 giugno 1923
| Al 31 gennaio 1924 | Differenza in + o – | |
Debiti esteri
| |||
Alla pari
| 22.187 | 22.487 | + 300 |
Non tiro le somme, perché sarebbe illogico sommare cose eterogenee: debiti interni, di cui si debbono pagare gli interessi, debiti esteri, che dovranno essere cancellati, debiti di circolazione, che non solo sono infruttiferi, ma non si possono diminuire senza crescere il peso dei debiti interni. Lasciamoli vivere separatamente e non tentiamo operazioni assurde. Il debito interno «prebellico» diminuisce di 781 milioni, in gran parte per la radiazione di 761 milioni e mezzo di debito verso la Sudbahn in virtù dell’accordo 29 marzo 1923 con gli stati eredi dell’Austria. Trattasi della cessazione delle annualità di 29 alla un terzo milioni fino al 1954 e di 13 milioni dal 1955 al 1968 che si sarebbero ancora dovute pagare in franchi – oro per il riscatto delle ferrovie lombardo-venete: uno dei pochi guadagni della guerra. Bisogna vedere in qual modo sia contabilizzato il nuovo onere assunto dallo stato italiano verso la società Danubio-Sava-Adriatico per una cifra uguale circa alla metà di quella cancellata. Ad ogni modo si tratta di una fortuna di guerra senza di cui il debito interno sarebbe cresciuto di 639,5 milioni di lire durante i primi sei mesi dell’anno.
Il debito tende a mutare composizione; diminuiscono i buoni brevissimi ordinari e quelli brevi a tre o cinque anni e crescono i buoni più lunghi novennali, i quali danno maggior respiro all’erario. In alcune Note sul conto del tesoro (Libreria dello stato, Roma) che il dott. Luigi Pace, forse il più profondo conoscitore di quel documento, pubblica ad illustrarlo per la prima volta nelle sue più riposte significazioni, si osserva che il debito fluttuante (buoni ordinari e biglietti) che era il 5,87% del totale al 30 giugno 1914, salì ad un massimo del 42,84% il 30 giugno 1919; diminuì al 29,78% – in conseguenza del grande prestito nazionale – al 30 giugno 1920; risalì al 38,90% al 30 giugno 1922 ed al 31 dicembre 1923 era nuovamente ribassato, con progressione continua, al 36,54%. AI 31 gennaio la proporzione era ridotta al 35,47%. La continuità nella riduzione è davvero confortante.
Non è senza interesse osservare altresì la mutata composizione dei debiti esteri (in milioni di lire alla pari dei cambi):
Al 30 giugno 1923
| Al 31 gennaio 1924 | |
Buoni inglesi
| 13.416 | 13.899 |
Crediti aperti dagli Stati uniti | 8.537 | 8.537
|
Buoni nordamericani | 51 | 51
|
Cambiali verso il Brasile
| 57 | — |
Buoni verso la Banca d’Italia
| 126 | — |
22.187 |
22.487 |
Furono estinti il debito cambiario verso il Brasile e quello di 5 milioni di lire sterline contratto in Inghilterra pel tramite della Banca d’Italia. I 51 milioni di buoni nordamericani sono verso privati; ma non giunsero ancora a scadenza. Le due grosse cifre riguardano i debiti verso i governi: quello inglese contabilmente cresce ad ogni scadenza; quello americano rimane invariato, in attesa di regolazione.