I risultati della legge sui trivellatori
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/03/1917
I risultati della legge sui trivellatori
«La Riforma Sociale», marzo-aprile 1917, pp. 264-265
I lettori della Riforma Sociale ricorderanno forse alcuni articoli che io avevo avuto occasione di scrivere contro una legge la quale concedeva premi ai trivellatori di terreni per la ricerca del petrolio (I trivellatori di Stato e La vittoria dei trivellatori nei fascicoli del gennaio e febbraio 1911). Leggo ora in un importante studio dell’Ing. Pietro Toso “Sul modo di formazione dei giacimenti petroliferi e solfiferi” alcuni dati riguardo ai risultati della legge dell’11 marzo 1911. Il Toso riporta dalla Statistica mineraria i risultati ottenuti e l’interpretazione ad essi data dalla Rivista del servizio minerario per l’anno 1914.
Anno | Produzione di petrolio | Numero di operai | Premi pagati dal Governo |
| |||
| Tonn. |
| Lire |
1909 | 5.888 | 436 | — |
1910 | 7.069 | 441 | — |
1911 | 10.390 | 480 | 123.314 |
1912 | 7.479 | 464 | 155.426 |
1913 | 6.572 | 472 | 196.273 |
1914 | 5.542 | 552 | 214.744 |
Il risultato ottenuto dalla legge sui premi ai trivellatori è veramente strabiliante. Nel 1914 la produzione si riduce a metà di quella del 1911, sebbene lo Stato abbia nel frattempo, per invitare i trivellatori a fare dei buchi nel terreno, regalato premi per l’ammontare di quasi 700.000 lire!
Questa diminuzione di produzione viene spiegata dalla Rivista sul Servizio minerario del 1914 come dovuta non ad esaurimento delle miniere, ma semplicemente allo sconcerto recato dalla legge suddetta nel loro normale esercizio: ché, anzi, nel 1914 la produzione sarebbe stata anche minore se negli ultimi mesi dell’anno non si fossero abbandonati i lavori di trivellazione ritornando al regolare lavoro di sfruttamento. A giudicare da quanto scrive la Rivista sul servizio minerario, deve essere accaduto che le ditte coltivatrici non giudicando conveniente aumentare il numero degli operai, questi non vennero più dedicati al sistematico sfruttamento delle miniere, ma, allo scopo di godere dei premi elargiti dal legislatore, vennero in parte applicati a proseguire le perforazioni nella zona sottostante all’orizzonte petrolifero noto, perforazioni che finora non diedero risultato. Un’altra parte eseguì lavori preparatori di cui molti non avevano ancora raggiunto l’orizzonte petrolifero conosciuto come produttivo, riducendosi per conseguenza il lavoro ordinario di sfruttamento.
Il coltivatore che aveva i suoi orizzonti petroliferi a circa 600 m. se fece ricerche sterili nella zona profonda, ebbe però un largo compenso nei premi per l’esecuzione anticipata di lavori preparatorii, di cui risentirà il vantaggio negli anni avvenire. Le società invece che sfruttarono orizzonti non oltrepassanti i 300 m. di profondità non ebbero alcun compenso per le ricerche profonde che risultarono sterili. Ed invero la Rivista del servizio minerario (1914, p. 9) scrive: “la causa di questa diminuzione di produzione nel maggiore centro petrolifero (quello piacentino) è dovuta al simultaneo trovarsi di molti fori di ricerca nella zona profonda che non ha finora corrisposto alla aspettativa. Ed infatti la produzione, che durante l’anno 1914 si era mantenuta anche più bassa, subì un incremento rapido negli ultimi mesi, non appena cioè, essendosi abbandonati i varii pozzi profondi, giunsero al noto orizzonte produttivo quelli di nuova perforazione”.
L’Ing. Toso conclude il suo scritto augurandosi che le trivellazioni da eseguirsi ogni anno si riducano a poche, ben ubicate e compiute direttamente a cura dello Stato. Il sistema attuale dei premi di perforazione dovrebbe essere abbandonato come quello che non ha dato utili risultati e che frastorna il coltivatore dal porsi al suo lavoro ordinario.