Ammonimenti
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/12/1920
Ammonimenti
«Corriere della Sera», 1 dicembre 1920
Secondo uno dei tanti improvvisatori socialisti, l’on. Chiossi, il problema del pane dovrebbe essere risoluto riducendo dei l’interesse sui titoli di debito pubblico. La vecchia rendita 3.50% dovrebbe essere ridotta all’1.40% e il nuovo consolidato 5% al 2%. Lo Stato, il quale paga 2500 milioni all’anno di interesse sulle rendite vecchie e nuove, risparmierebbe 1500 milioni. Inoltre, lo Stato dovrebbe ridurre del 50% il credito di chi ha imprestato allo Stato più di 15.000 lire.
Tutta questa roba è troppo alla moda russa per essere presa sul serio. Chi impresterebbe ancora un centesimo ad uno Stato il quale violasse così sfacciatamente la parola data? Non incassando nulla dalla vendita dei buoni del tesoro, lo Stato dovrebbe emettere a furia altri biglietti nuovi. I prezzi aumenterebbero a dismisura ancora. Lo Stato ben presto dovrebbe pagare in aumenti di stipendi, caro-viveri, e prezzo provviste ben più dei 1500 o più milioni defraudati ai portatori dei titoli di debito pubblico. Qualunque iniziativa, qualunque lavoro pubblico dovrebbe essere abbandonato dallo Stato, per mancanza di credito. Ben lo sanno i Russi, i quali piatiscono mutui a Londra e in America e sarebbero disposti a concessioni grandiose pur di ottenerli. Ma è più facile perdere il credito che riconquistarlo una volta perduto.