Ammonimenti
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 26/10/1920
Ammonimenti
«Corriere della Sera», 26 ottobre 1920
Il Comitato parlamentare delle organizzazioni operaie inglesi quando ha voluto dare al Governo suggerimenti per ridurre il costo della vita, non ha dunque fatto accenno e nessun invito a conservare il prezzo politico del pane; non ha mosso nessuna opposizione al proposito del Governo, in gran parte già attuato, di abolire il prezzo politico e di ritornare al prezzo naturale. Ed invece ha detto: lotta contro i debiti e contro l’aumento della circolazione e riduzione dei biglietti circolanti. Il che vuol dire condanna del metodo italiano di continuare il prezzo politico del pane, perché prezzo politico vuol dire debiti, vuol dire aumento della circolazione, vuol dire caro della vita e finalmente carestia e fame. Chi ha ragione nel proporre rimedi contro il rialzo dei prezzi? Gli organizzatori operai italiani o quelli inglesi? Noi diciamo che i soli a veder giusto sono gli inglesi: e che gli organizzatori italiani, se un po’ di senso di responsabilità verso gli operai fosse loro rimasto, avrebbero almeno dovuto rifiutarsi a firmare l’ultimo manifesto socialista, in cui si ripete l’opposizione a quel risanamento delle finanze, che è necessario a salvare dalla miseria crescente il popolo italiano. Ma gli organizzatori inglesi cercano la verità ed hanno il coraggio di proclamarla: quelli italiani forse la conoscono; ma la tacciono, per paura degli energumeni loro compagni.
In Inghilterra, uomini che nel mondo operaio hanno una posizione eminente e si chiamano Thomas, Bowerman, Cramp, Ramsay Macdonald, Hodges, Smillie – ed alcuni di questi sono noti socialisti – quando hanno voluto riferire alle organizzazioni operaie sui problemi di prezzi e di costo della vita, hanno chiamato a consulto studiosi altrettanto noti, Sir George Paish, il professore Pigou, i signori Mac Kenna, Hobson, Pethick Lawrence, ecc; hanno studiato i fatti, discusso le teorie e sono giunti in un loro rapporto alla conclusione che il rialzo del costo della vita era dovuto in parte alla scemata produzione, ma più al moltiplicarsi dei biglietti circolanti; che quindi si doveva porre un limite infrangibile all’aumentare dei biglietti, e che questo limite doveva essere gradualmente ridotto; che il Governo doveva cessare completamente di ricorrere al debito; e doveva trasformare il debito fluttuante in debito consolidato.