30 marzo1946 Contributo straordinario all’Acquedotto Pugliese
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 30/03/1946
30 marzo1946 Contributo straordinario all’Acquedotto Pugliese
Consulta Nazionale – Resoconti
Interventi e Relazioni parlamentari, a cura di Stefania Martinotti Dorigo, Vol. II, Dalla Consulta nazionale al Senato della Repubblica (1945-1958), Fondazione Luigi Einaudi, Torino, 1982, pp. 195-199
L’ordine del giorno delle Commissioni riunite Finanze e Tesoro e Ricostruzione, lavori pubblici e comunicazioni prevede la discussione dello schema di provvedimento legislativo «Concessione all’Ente autonomo per l’acquedotto pugliese di un contributo straordinario e dell’autorizzazione a contrarre un mutuo con la Cassa depositi e prestiti» (n. 147). Prende la parola per primo il consultore Bavaro, relatore della Commissione Finanze e Tesoro e «rileva che si tratta di integrare il bilancio dell’Ente, il quale è nelle condizioni di aver bisogno di fronteggiare maggiori oneri derivanti da maggiori spese, da aumento di impiegati, ecc. Essendo nota l’importanza dell’acquedotto pugliese per tutta la Puglia, pensa che la Commissione non possa che approvare questa concessione di un contributo straordinario».
L. Einaudi vorrebbe conoscere le origini dell’attuale situazione dell’Ente pugliese, non essendovi nessun dato, né in merito alle entrate, né in merito alle spese.
Bavaro «dichiara che tutte le spese di conduzione sono aumentate enormemente, mentre le tariffe per l’acqua sono rimaste invariate. Aumenti sono stati autorizzati all’ultimo momento, ma neanche in rapporto alle maggiori spese che si incontrano nell’esercizio».
L. Einaudi chiede perché le tariffe non siano state aumentate in proporzione.
Cattani, ministro dei Lavori pubblici, osserva che «il Comitato interministeriale dei prezzi non lo consente». Bottoni «chiede se il deficit si presenta come eccezionale, oppure è un fatto normale annuale»; Bavaro «dichiara che per ora occorre una sanatoria del passato. In quanto all’avvenire nessuno può prevedere quello che succederà». L. Einaudi osserva che la Consulta potrebbe manifestare il desiderio che in occasione di questo provvedimento venisse presentato un piano e non soltanto una cifra; poiché non è chiaro se il deficit si riferisca ad un solo esercizio, o si sia accumulato in anni precedenti.
Bavaro «osserva che l’Ente autonomo dell’acquedotto pugliese è sottoposto alla vigilanza ed all’approvazione del Ministero del Tesoro e non del Parlamento. Dichiara poi che, avendo appreso solo ieri di essere stato nominato relatore di questo provvedimento, non ha avuto la possibilità di approfondire la cosa».
L. Einaudi insiste che comunque ci dovrebbe essere una specie di piano.
Non nega che si debbano dare i 25 milioni; dice soltanto che sarebbe stato utile dimostrare l’origine del disavanzo, altrimenti si va alla cieca. Il presidente a questo punto invita il consultore Einaudi a formulare una raccomandazione e L. Einaudi la presenta, così formulata:
«La Consulta fa voti affinché in occasione di concessioni di contributi straordinari ad enti autonomi o pubblici le proposte vengano corredate dei dati opportuni a dimostrare in qual maniera gli enti intendano provvedere all’equilibrio permanente dei loro bilanci».
Il presidente la mette ai voti e le Commissioni riunite l’approvano. Segue l’approvazione, senza discussione, degli articoli del provvedimento; quindi le Commissioni esprimono parere favorevole al progetto di legge.