Prefazione – Prediche
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/01/1920
Prefazione
Prediche, Laterza, Bari, 1920, pp. VII-VIII
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Ripubblico, sotto il titolo di Prediche, alcuni scritti i quali hanno veduto la luce durante la guerra europea e nel periodo dell’armistizio ed i quali sono uniti insieme della loro indole comune di inviti alla rinuncia, al risparmio, al sacrificio.
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Li ripubblico senza alcuna variante, neanche quella, che sarebbe perdonabile, di mutare le cifre addotte ad illustrazione del concetto dimostrato nel testo. Oggi, che il debito pubblico supera i 100 miliardi, può far senso sentir parlare di 5 miliardi, come di una perdita terrificante per l’economia nazionale; né, quando l’aggio giunge quasi al 300% e quello sugli Stati Uniti quasi tocca il 400% (al corso di 24 lire per dollaro) sembra ragionevole spaventarsi di aggi del 10 o del 20%. Parlare di un danno grave derivante dalla perdita di 65 centesimi per ogni chilogrammo di pane, quando si perdono ora quasi 2 lire; discorrere di «alti» salari di vendemmiatrici pagate a 3 lire al giorno, quando oggi si pagano le 10 e le 15 lire, può sembrare un anacronismo. Tuttavia, non ho mutato le cifre, sia perché l’onestà scientifica me lo vietava, sia anche perché i confronti tra epoche e concetti diversi, ad es. fra perdita di ricchezza per una nazione e debito dello Stato, sono sempre difficilissimi; ma sopratutto perché le mie a buon diritto si possono intitolare «prediche» appunto perché, come accade solitamente agli ammonimenti degli economisti, non furono ascoltate; e, non essendolo state, accadde fatalmente che i danni economici e sociali della guerra furono di gran lunga superiori a quelli, pur grandi, che si potevano ragionevolmente prevedere e si dovrebbero oggi constatare ove non i miei ammonimenti, ma quelli, che io altro non feci che ripetere, della esperienza passata fossero stati ascoltati.
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Predicare è ciononostante un dovere. E tornare a ripetere le stesse cose è un imperativo categorico. Se le pagine qui unite hanno un significato, esso e` forse il seguente: che la scienza economica è subordinata alla legge morale e che nessun contrasto vi può essere fra quanto l’interesse lungi veggente consiglia agli uomini e quanto ad essi ordina la coscienza del proprio dovere verso le generazioni venture.
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Luigi Einaudi