Ammonimenti
Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 27/10/1920
Ammonimenti
«Corriere della Sera», 27 ottobre 1920
Con la loro ripugnanza ad accettare di costituirsi in cooperative per gerire le fabbriche cedute dagli industriali, i capi operai ed i capi socialisti confessano di non avere gli uomini adatti a farle prosperare, nemmeno così poco bene, come essi asseriscono accadere in regime capitalistico. E pretenderebbero che i borghesi seguitassero a gerire l’industria, ma nell’interesse degli operai, i quali dovrebbero controllare l’interesse e il non interesse dato al capitale, gli stipendi e le cointeressenze date ai dirigenti. E già si discute sul massimo stipendio da assegnarsi al direttore generale della Fiat, o delle altre grandi nostre aziende. Insomma, le perdite al capitale ed i profitti alla comunità. Coloro che così ragionano, dimenticano che finora non sono instaurati né il lavoro forzato dei dirigenti, né il risparmio obbligatorio dei capitalisti. I dirigenti possono andarsene ed i capitalisti possono fare a meno di risparmiare capitale nuovo. E se ciò accadesse, in pochissimo tempo sarebbe lo sfacelo completo della produzione. In Russia hanno tentato il lavoro forzato dei dirigenti – al risparmio forzoso non si pensò neppure, ché esso è impossibile – ma fu un fiasco solenne. Lo schiavo non lavora se non quel tanto che occorre per non prendersi le staffilate. Lavoro forzato e lavoro intelligente sono due termini contraddittori.