Opera Omnia Luigi Einaudi

Quanto si spende?

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 25/03/1920

Quanto si spende?

«Corriere della Sera», 25 marzo 1920

 

 

 

Le entrate dello Stato vanno bene. Negli otto mesi dal luglio 1919 al febbraio 1920, le entrate effettive principali, compreso lo zucchero di Stato diedero 4569,4 milioni di lire contro i 3529,5 nel 1918-19 e 2685,3 nel 1917-18. Tra gli incrementi più significativi, bisogna ricordare il Registro, il quale diede 274 milioni contro 167,3 dell’esercizio precedente; lo zucchero che in tutto fornì 296,5 milioni invece che 188; i tabacchi passati da 741,3 a 967,5. Si citano soltanto le entrate più significative indice di maggiori redditi o consumi; sebbene non si possa tacere che le poste hanno reso 8,4 milioni in meno.

 

 

La gravità della situazione finanziaria dello Stato non sta nelle entrate. Rispetto a queste l’esigenza del momento si può esprimere così: basta con le imposte nuove e si organizzino seriamente quelle esistenti!

 

 

Tenuto conto delle entrate minori è probabile che nel 1919-20 le entrate toccheranno gli 8 miliardi di lire; e, poiché le imposte già in corso non hanno fornito il massimo del loro rendimento e tutte le imposte recentissime devono ancora entrare in attività, non è esagerato affermare che il sistema tributario, così com’è oggi, tenda verso i 10-12 miliardi di lire, da raggiungersi in un tempo più o meno lungo.

 

 

Ma perché li raggiunga occorre ripetere fino alla nausea ciò che è necessario:

 

 

  • apprestare i mezzi, ossia gli impiegati abili per gli accertamenti

 

  • non pretendere dalle nuove imposte rendimenti immediati.

 

 

In uno studio recente pubblicato dal Dott. Wettstein, direttore di quell’ufficio cantonale di Zurigo che in un anno ha raddoppiato gli accertamenti dei redditi – esempio unico dei paesi europei dopo la guerra – , e con grande vigoria messo in luce il principio della finanza moderna: ogni ricerca di rendimenti immediati va a scapito dell’equa ripartizione dei tributi, produce confusione, lavoro affrettato, tassazione degli ingenui, fuga degli abili. Incrementi duraturi si ottengono solo con accertamenti sistematici, continui, organizzati con lo sguardo fisso all’avvenire e non al successo immediato.

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