Opera Omnia Luigi Einaudi

Bibliografia degli scritti di Bonaldo Stringher

Tipologia: Paragrafo/Articolo – Data pubblicazione: 01/09/1931

Bibliografia degli scritti di Bonaldo Stringher

«La Riforma Sociale», settembre-ottobre 1931, pp. 507-509

Saggi, La Riforma Sociale, Torino, 1933, parte II,pp. 419-425

 

 

 

 

Rodolfo Benini: In memoria di Bonaldo Stringher. Commemorazione del socio Bonaldo Stringher fatta dal socio Rodolfo Benini nella seduta del 26 aprile 1931 della R. Accademia dei Lincei. (Estratto dai Rendiconti della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche, sez. VI, vol. VII, fasc. 3-4, pag. 22).

 

 

Di Bonaldo Stringher, che in momenti difficili incoraggiò la nostra rivista a perseverare e consentì che essa riproducesse alcuni suoi scritti difficilmente accessibili al pubblico e massimamente la memoria fondamentale Su la bilancia dei pagamenti fra l’Italia e l’estero (1912), «La Riforma Sociale» avrebbe voluto discorrere a lungo. Essa si limita, per ora, ad annunciare la commossa e compiuta commemorazione letta da Rodolfo Benini ai Lincei. Dai primi studi sul corso forzoso intorno al 1881 e dal tirocinio compiuto sotto la guida del Bodio negli uffici della Direzione generale di statistica, allo scritto del 1894 sul commercio con l’estero e il corso dei cambi ed alla carica di Direttore generale del tesoro nel novembre 1893 conquistata a 39 anni, cosa a quei tempi insolita, il Benini mano mano narra l’ascesa dell’uomo, sino a quando nel 1900 lo Stringher è chiamato a reggere la Banca d’Italia. Come egli abbia, anticipandone il termine, liquidato il mezzo miliardo di immobilizzazioni ereditate dalla crisi edilizia e dalla Banca Romana e come egli, forte di una situazione risanata, abbia potentemente aiutato lo Stato a superare le crisi della guerra e del dopo guerra, sino alla unificazione dell’emissione ed al ritorno all’oro; come fosse uomo di studi vari, di viva curiosità scientifica, amantissimo della patria e della famiglia, ecco il contenuto delle belle pagine di Rodolfo Benini.

 

 

Il quale ha voluto fare alla nostra rivista un ben gradito regalo: quello di un’accurata bibliografia degli scritti dello S.; che qui di seguito pubblichiamo, prezioso contributo a chi voglia conoscere quanta parte della storia economica italiana negli ultimi cinquant’anni sia stato lo Stringher e come egli abbia con efficacia e precisione narrato quanto fece.

 

 

Bibliografia degli scritti di Bonaldo Stringher

 

 

1. – Appunti di statistica comparata delle Banche di emissione. («Archivio di Statistica», anno II, 1877, fasc. 3).

 

2. – Progresso del commercio della Gran Bretagna con l’estero. («Arch. di Statistica», anno III 1878, fasc. 2).

 

3. – Recensione dello studio di G. Boccardo: Le Banche e il corso forzato. Sul riordinamento degli Istituti di emissione («Archivio di Statistica», anno IV, 1879).

 

4. – Sulla estinzione del corso forzoso agli Stati Uniti d’America. («Annali dell’Industria e del Commercio», vol. VIII, Roma, Eredi Botta, 1879).

 

5. – Recensione dello scritto di Alessandro Rossi: Del credito popolare nelle odierne associazioni cooperative. («Archivio di Statistica», anno V, 1880, fasc. 2).

 

6. – Il biglietto di Stato – Appunti ed osservazioni a proposito del disegno di legge sulla estinzione del corso forzoso. (Roma, Eredi Botta, 1881).

 

7. – Recensione dello studio di G. Boccardo: Sul riordinamento delle Banche in Italia. («Archivio di Statistica», anno VI, 1881, fasc. 3-4).

 

8. – Recensione dello scritto del Dott. S. Allocchio sul R. Decreto 4 marzo 1880 di costituzione della Commissione centrale di beneficenza in Milano. («Archivio di Statistica», anno VII, 1882, fasc. 1).

 

9. – La questione monetaria in Italia in rapporto all’abolizione del corso forzoso. («Nuova Antologia», serie II, vol. 33, maggio 1882. (Roma 1882).

 

10. – Note di statistica e legislazione comparata intorno alla circolazione monetaria nei principali Stati. («Annali di Statistica», serie III, vol. 3. Roma, Eredi Botta, 1883).

 

11. – Sulla depressione dell’industria britannica. A proposito di una nuova inchiesta. («Nuova Antologia» maggio 1886, serie III, vol. 3. Roma 1886).

 

12. – La Gran Bretagna e le concorrenze mondiali. («Nuova Antologia», 16 giugno 1886, serie III, vol. 3. Roma 1886).

 

13. – Ueber die italienische Arbeitgesetzgebung. («Zeitschrift fur die gesamte Staatswiasenschaft», Tubingen, 1887).

 

14. – Per la Banca mutua fra impiegati. Parole dette nella prima assemblea generale degli azionisti. (Roma, Eredi Botta, 1887).

 

15. – Il vecchio e il nuovo sistema tributario degli spiriti nella Germania e nella Svizzera. («Giornale degli Economisti», vol. II, 1887).

 

16. – Legislazione dell’alcool nella Svizzera. («Giornale degli Economisti»,vol. III, fasc. 4, 1888).

 

17. – La politica doganale negli ultimi trent’anni. (Prelezione al corso di legislazione comparata delle dogane, nella R. Università di Roma, «Giornale degli Economisti», vol. IV, fasc. 2-3, 1889).

 

18. – Lo zucchero nella legislazione internazionale. («Giornale degli Economisti», ottobre, 1890).

 

19. – Il commercio con l’estero e il corso dei cambi. («Nuova Antologia», fasc. 1, novembre 1894).

 

20. – Sulle discordanze che si osservano fra le statistiche commerciali dei vari Stati. («Biblioteca dell’Economista», serie IV, vol. 1, Torino, Unione Tip. Editr. 1896).

 

21. – Statistique des valeurs mobilières de l’Italie. Réponse au questionnaire formulé par le Comité de l’Institut international de Statistique (Session de S. Pétersbourg, 1897).

 

22. – Un negoziato nell’Unione Latina. Roma, Tip. Naz. G. Bertero, 1897).

 

23. – Gli zuccheri di barbabietola e la Finanza. («Giornale degli Economisti», giugno 1899).

 

24. – Ancora lo zucchero e la Finanza. («Giornale degli Economisti», luglio 1899).

 

25. – Per l’inaugurazione del vessillo della Società di M.S. fra gli operai di Alesso e Comune. (Roma. Casa editr. ital., 1902).

 

26. – Le condizioni degli scambi dell’Italia con l’estero in relazione a quelle della produzione e alla difesa doganale. (Atti della Commissione per il regime economico doganale, Roma, Tip. Ripamonti, Colombo, 1903).

 

27. – La Dante Alighieri a Napoli. Relazione della Presidenza della Dante Alighieri al XV Congresso, inaugurato a Napoli il 20 settembre 1904. («Nuova Antologia», 16 ottobre 1904).

 

28. – La Dante Alighieri a Palermo. Relazione in nome del Consiglio centrale della Società Nazionale Dante Alighieri al XVI Congresso, tenuto in Palermo il 21 ottobre 1905. (Roma, Casa editrice italiana, 1905).

 

29. – Provvedimenti per favorire il credito alle cooperative. – V. Le cooperative e i lavori pubblici nel Mezzogiorno e nelle Isole. Relazioni e proposte della Commissione. (Roma, Stab. tipo litogr. del Genio civile, 1908).

 

30. – Su la bilancia dei pagamenti tra l’Italia e l’estero. (in «Atti della Commissione Reale per lo studio delle statistiche del commercio con l’estero». Roma, Tip. nazionale G. Bertero, 1912; riprodotto col consenso dell’autore, in «La Riforma Sociale», anno XIX, 1912, pag. 49-83).

 

31. – Sur la balance des paiements entre l’Italie et l’étranger. (Rome, Impr. de la Banque d’Italie, 1912).

 

32. – Gli scambi con l’estero e la politica commerciale italiana dal 1860 al 1910. (Nel volume Cinquanta anni di storia italiana pubblicato dalla R. Accademia dei Lincei, Roma, Tip. dell’Accademia dei Lincei, 1912).

 

33. – Discorso del Ministro del Tesoro in occasione dell’insediamento del Consiglio d’Amministrazione dell’Opera Nazionale per i combattenti. (Roma, Tip. della Banca d’Italia (?), 12 aprile 1919).

 

34. – Su le condizioni della circolazione e del mercato monetario durante e dopo la guerra. (Roma, Casa editr. ital., 1920).

 

35. – Relazione al Ministro del Tesoro, F. Meda, su: Legislazione e disposizione amministrative riguardanti il commercio dei cambi con l’estero. Nel volume dell’Istituto nazionale per i cambi con l’estero”, (Roma, stabil. tipogr. Colombo, 1920).

 

36. – Note su la circolazione cartacea, gli scambi e i cambi con l’estero. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, 1920).

 

37. – In memoria di Luigi Bodio. Commemorazione letta alla R. Accademia dei Lincei, il 21 novembre 1920. (Roma Tip. della Banca d’Italia, 1920, e riprodotta col consenso dell’A. in «La Riforma Sociale» anno XXVIII, 1921, pag. 1-10).

 

38. – Prima Assemblea degli azionisti della Banca d’Italia in Trieste. Parole pronunziate dal Direttore generale B. Stringher, il 28 aprile 1921. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, anno 1921).

 

39. – Per gli impiegati della Banca d’Italia morti nella grande guerra. Parole dette dal Direttore Generale B. Stringher. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, 1922).

 

40. – Per Fedele Lampertico, Discorso tenuto nel Teatro Olimpico di Vicenza il 23 settembre 1924. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, 1924).

 

41. – Memorie riguardanti la circolazione e il mercato monetario. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, 1925).

 

42. – Unificazione dell’emissione e deflazione cartacea. («Nuova Antologia» 1 novembre 1926 e Tip. della Banca d’Italia, 1926).

 

43. – Un quarto di secolo alla Banca d’Italia: 1901-1925. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, 1926). Riprodotto nella pubblicazione dal titolo: Nel venticinquesimo anniversario dell’assunzione di B. Stringher alla Direzione generale della Banca d’Italia. (Roma, Tip. della Banca d’Italia, 1926).

 

44. – Il nostro risanamento monetario. («Nuova Antologia» 16 gennaio 1928 e Tip. della Banca d’Italia, 1928).

 

45. – Relazioni alle assemblee ordinarie e straordinarie degli Azionisti della Banca d’Italia per gli anni 1900 a 1917 e per il 1919-1929.

 

46. – Relazioni sul bilancio dell’Istituto Nazionale per i cambi con l’estero, per gli anni 1918 e seguenti.

 

 

NB. – Il sottoscritto ignora se e dove sia stato pubblicato il discorso commemorativo che B. Stringher tenne a Lendinara per Giuseppe Marchiori. Sarà grato a chi vorrà colmare questa ed eventualmente altre lacune.

 

 

R. BENINI.

 

 

L’avv. Fulvio Milani, che fu deputato al parlamento italiano e sottosegretario di stato dal 31 ottobre 1922 al 26 aprile 1923, letto l’invito del Benini, mi trasmise il testo del discorso che lo Stringher tenne a Lendinara il 10 aprile 1904 in occasione dell’inaugurazione del monumento al Marchiori. Il testo è tratto dal Giornale di Rovigo – Corriere del Polesine dell’11 aprile 1904. Ringrazio il Milani e pubblico qui di seguito il discorso dello Stringher, il quale a me pare degno di essere salvato dalla dimenticanza, sia perché testimonia la nobiltà dell’animo dell’oratore, riconoscente verso chi gli era stato capo, sia perché è contributo non piccolo all’apprezzamento degli uomini e degli accadimenti di un periodo travaglioso della storia italiana.

 

L.E.

 

 

«Dopo i discorsi pronunciati da persone tanto autorevoli e amiche fide, anche oltre la tomba, di Giuseppe Marchiori, non prenderei la parola se la costanza dei rapporti passati fra me ed il compianto illustre vostro concittadino e la qualità mia di suo successore nella direzione del primo istituto di credito del regno non mi facessero caro obbligo di associarmi alle cose dette in onor suo dagli oratori che mi precedettero, e di recar qui il mesto reverente saluto del consiglio superiore, dei funzionari e degli impiegati tutti della Banca d’Italia, per la quale tanto fece il Marchiori, profondendo fra i suoi dipendenti l’inesauribile tesoro della bontà dell’animo.

 

 

In argomento del memore affetto e a ricordanza del dolore provato per il fulmineo ripartirsi dell’uomo che con dolcezza paterna la dirigeva, l’intera famiglia del personale della Banca d’Italia per mezzo mio, ha consegnato ai figli, perché la collochino sull’avello, l’immagine di lui eternata nel bronzo da artefice sommo.

 

 

L’amministrazione della Banca, anche per mio mezzo, plaude alle solenni e meritate onoranze che Lendinara tributa a Giuseppe Marchiori, non dimentica dell’efficace opera di lui spesa sino al rapido logoramento della vita in pro’ dell’istituto, affidatogli in un momento per ogni riguardo difficilissimo. Bisogna ritornare col pensiero al 1894, quando la Banca d’Italia mandava il primo respiro tra le rovine del credito italiano, e quando tutto pareva crollare d’intorno e in parte crollava veramente, per comprendere di quali energie morali e di che sforzi mentali abbia dovuto far uso allora Giuseppe Marchiori per tenere fermo il timone della nave, tra gli scogli, in mar sì procelloso.

 

 

La Banca d’Italia non sorgeva fresca e balda come chi vien novo nella vita e ha da vincere soltanto le difficoltà dei primi passi. Essa, componendosi, riassumeva le virtù e le peccata di vecchi istituti, i quali, per cagion di nessuno e di tutti e per un cumulo di fatti complessi, che un giorno potranno essere sinceramente chiariti, insieme alla forza delle tradizioni, recavano nella fusione la grave debolezza di mali per più vie condotti ed accumulati, e che nessuno, avanti l’anno bancario 1893, aveva avuto la virtù di prevenire o il coraggio di energicamente curare. La Banca d’Italia, e ora possiamo ben dirlo, cominciava la sua vita con un patrimonio così fattamente logorato e con una circolazione così mal fondata, da turbare il pensiero ed il sonno di chi considerava con l’occhio della mente lo stato e il movimento e le necessità meno lontane della economia italiana. La convenzione del 30 ottobre 1894, non compresa dagli spiriti superficiali, salvò la Banca d’Italia dal pericolo di una liquidazione disastrosa, come l’accordo con lo stato del 28 novembre 1896 ne migliorò le sorti, con savie disposizioni ed abili avvedimenti che temperavano l’inflessibilità degli atti anteriori. Nella negoziazione di queste due convenzioni, che portano i nomi eminenti dei ministri Sonnino e Luzzati, si manifestò la volontà, la capacità e l’accortezza del mio predecessore, il cui atteggiamento misurato e prudente e il cui morbido tatto, circondato da ornata parola, condussero a conclusioni delle quali si valso ed oggidì ancora si vale la Banca per assurgere al posto che essa deve occupare nel mondo finanziario per l’onor suo e del paese.

 

 

Il compianto amico Marchiori, troppo presto e subitamente rapito all’affetto e all’alta estimazione dei moltissimi che lo conobbero e lo amarono, non poté vedere che parzialmente i risultati della sua feconda azione; ma non posso io, erede del suo ufficio e continuatore dell’opera sua, non rendergli oggi quel tributo di riconoscenza che l’istituto gli deve, mentre l’animo mio si commuove e si allieta nel proclamare quella verità che dà gloria al defunto, riverbera una luce di grande e soave compiacenza sulla vita dei figli che ne portano il nome». (Applausi vivissimi, congratulazioni).

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